Stavo leggendo questo articolo sul lavoro di Salvatore Brizzi e purtroppo non ho potuto che concordare con quel che i miei occhi lessero. Per quanto possa sembrare strano, oggi trovare un lavoro con la motivazione di trovarne uno e basta è quasi impossibile. Io ero e forse sono ancora uno di quelli che un lavoro qualsiasi lo vorrei trovare. Ed è questo uno degli errori che compio durante la mia ricerca di un impiego.
Quando inizio a cercare lavoro, parto dal contattare le aziende del mio ambito di specializzazione - informatica e rispondo ad annunci attinenti a tale dominio. Appena finisco con il mio settore, continuo con la ricerca dei lavori come cameriere, operaio, barista, commesso, ecc. Penso lo facciano in molti e credo che ormai, di risposte se ne ricevono appena il 10% di tutto quel che è stato richiesto e mandato. In determinati giorni ricordo di aver mandato addirittura intorno a cento curriculum, se non di più.. e la prossima settimana mi chiamarono in 3 o 4.
Purtroppo far capire al datore di lavoro che cerchi un'occupazione qualunque mostrandoti disperato, non è altro che controproducente. Ed è pure paradossale perchè a prima vista sembra che ai nostri cari imprenditori servano degli schiavetti, vero. Ma il punto è che vogliono degli schiavetti interessati al lavoro che gli viene assegnato, vogliono appunto dei servi curiosi, non solo volenterosi.
Tutto quel che ho detto fino a questo punto non vale invece per coloro che vengono promossi non più grazie all'impegno ma grazie alle conoscenze, alle amicizie, ai familiari, all'aspetto esteriore e peggio, a prestazioni di tipo sessuale. Per questo tipo di tematica si dovrebbe aprire un discorso a parte, non vado oltre dunque.
Certo, ci siamo persi quel senso di nobiltà, quella dignità che molti non riescono a trovare nemmeno dopo essersi laureati. Per questo infatti oggi intorno al 40% di laureati fanno lavori non attinenti al loro ambito di studio. Leggete ad esempio la storia di Giuseppe, un giovane ingegnere che ha preferito fare lo spazzino perchè non trovava un impiego.
La dignità l'abbiamo persa per colpa del sistema che ci schiavizza. Comprendo coloro che preferiscono sacrificarsi invece di rimanere sulle spalle dei genitori o peggio, morire di fame. E' ciò che io stesso non ho coraggio di fare; o perchè non cerco meglio, o perchè la fortuna non mi sorride, o magari perchè non ho abbastanza conoscenze. Il fatto è che non c'è sicurezza oggi. E' impossibile dire con certezza che un domani si potrà avere un lavoro dignitoso sperando per un futuro migliore. Per questo siamo costretti ad abbassarci a tanto, a strisciare per terra. Ma dovunque il nostro orgoglio sparisca, dobbiamo ricordare che siamo comunque degli esseri umani, e anche se facciamo gli spazzini, gli operai, i lavapiatti o i commessi, meritiamo rispetto! Se non ci fossero i cosidetti "servi", la nostra civiltà non potrebbe progredire. D'altronde ognuno di noi è servo di qualcosa. Si può essere servi dei capi, ma anche servi dei soldi.
Quando inizio a cercare lavoro, parto dal contattare le aziende del mio ambito di specializzazione - informatica e rispondo ad annunci attinenti a tale dominio. Appena finisco con il mio settore, continuo con la ricerca dei lavori come cameriere, operaio, barista, commesso, ecc. Penso lo facciano in molti e credo che ormai, di risposte se ne ricevono appena il 10% di tutto quel che è stato richiesto e mandato. In determinati giorni ricordo di aver mandato addirittura intorno a cento curriculum, se non di più.. e la prossima settimana mi chiamarono in 3 o 4.
Purtroppo far capire al datore di lavoro che cerchi un'occupazione qualunque mostrandoti disperato, non è altro che controproducente. Ed è pure paradossale perchè a prima vista sembra che ai nostri cari imprenditori servano degli schiavetti, vero. Ma il punto è che vogliono degli schiavetti interessati al lavoro che gli viene assegnato, vogliono appunto dei servi curiosi, non solo volenterosi.
Tutto quel che ho detto fino a questo punto non vale invece per coloro che vengono promossi non più grazie all'impegno ma grazie alle conoscenze, alle amicizie, ai familiari, all'aspetto esteriore e peggio, a prestazioni di tipo sessuale. Per questo tipo di tematica si dovrebbe aprire un discorso a parte, non vado oltre dunque.
Certo, ci siamo persi quel senso di nobiltà, quella dignità che molti non riescono a trovare nemmeno dopo essersi laureati. Per questo infatti oggi intorno al 40% di laureati fanno lavori non attinenti al loro ambito di studio. Leggete ad esempio la storia di Giuseppe, un giovane ingegnere che ha preferito fare lo spazzino perchè non trovava un impiego.
La dignità l'abbiamo persa per colpa del sistema che ci schiavizza. Comprendo coloro che preferiscono sacrificarsi invece di rimanere sulle spalle dei genitori o peggio, morire di fame. E' ciò che io stesso non ho coraggio di fare; o perchè non cerco meglio, o perchè la fortuna non mi sorride, o magari perchè non ho abbastanza conoscenze. Il fatto è che non c'è sicurezza oggi. E' impossibile dire con certezza che un domani si potrà avere un lavoro dignitoso sperando per un futuro migliore. Per questo siamo costretti ad abbassarci a tanto, a strisciare per terra. Ma dovunque il nostro orgoglio sparisca, dobbiamo ricordare che siamo comunque degli esseri umani, e anche se facciamo gli spazzini, gli operai, i lavapiatti o i commessi, meritiamo rispetto! Se non ci fossero i cosidetti "servi", la nostra civiltà non potrebbe progredire. D'altronde ognuno di noi è servo di qualcosa. Si può essere servi dei capi, ma anche servi dei soldi.
Benvenuto nel club dei disoccupati...
RispondiEliminaMagari si potesse trovare lavoro come spazzini così facilmente, invece ora pure per fare quello ti richiedono esperienza nel settore. Già è stato fortunato il ragazzo.
Comunque concordo con tutto quello che hai scritto. Pensa che io è da 5 anni che cerco un occupazione fissa, invece ho trovato solo lavoretti della durata di 1 mese.
La tipica risposta che ci si sente dire è che: "cerchiamo qualcuno con più esperienza", ma se uno non ha mai lavorato in vita sua come fa ad avere esperienza? E' contraddittorio.
Altre volte per loro non si è abbastanza veloci, abbastanza svegli, abbastanza "dinamici", abbastanza istruiti o non si rende abbastanza per lo stipendio che ti pagano. Una volta non gli va bene la barba, l'altra se sbagli qualcosa nel colloquio sei fregato.
E poi dicono che sono i giovani che non sanno accontentarsi !! Cose da pazzi...
Volevo scriverlo anch'io sinceramente. E' vero, oggi per lavoro semplici cercano gente iper qualificata e già con esperienza. Io mi meraviglio che pure quando si fanno i tirocini e gli stage, certe esperienze ti vengono richieste al colloquio. I datori di lavoro ovviamente desiderano risparmiare per tutto, quindi, non gliene frega niente se sei in una situazione disastrosa, vogliono risparmiare e guadagnare.
EliminaLa nostra situazione è molto simile, anch'io più o meno 4-5 anni cerco lavoro, da quando studiavo ancora desideravo lavorare d'estate. Poi, dopo aver finito la scuola ho desiderato trovare qualcosina. Il massimo di ciò che ho trovato sono stati stage, contratti a progetto e tirocini. Per qualcuno già questo può esser tanto, quindi, faccio poco la vittima. Non sto in modo meraviglioso ma cerco di farcela.
La barzelletta che fa ancor più ridere è quando vai sopratutto nelle agenzie di lavoro, ti chiedono se sei automunito. Allora anche qui mi pongo la domanda "se non ho soldi per la macchina e la benzina cosa devo fare?"
Io penso che la colpa sia in parte del sistema, dei datori di lavoro ma anche dei lavoratori stessi che non si fanno rispettare i propri diritti. Purtroppo spesso siamo costretti a non farci rispettare per colpa del sistema, ed è un circolo vizioso.. perchè vogliamo rimanere in quel posto di lavoro.
Grazie dei tuoi pensieri, Alessandro.
Non la vedo allo stesso modo anche se comprendo chiaramente la disperazione di chi ha bisogno di lavorare.
RispondiEliminaCredo sinceramente che le situazioni come queste possano tirare fuori il meglio dagli esseri umani ... è che noi siamo stati rammolliti dal troppo benessere! Siamo stati mentalmente educati alla sicurezza, al posto fisso, alle entrate finanziarie regolari, a delle necessità che, molto spesso, necessità non sono...e così ci siamo "spenti" a livello creativo, emotivo e psicologico.
Le migliori scoperte, le migliori persone sono venute fuori proprio nei momenti più difficili della società umana...credo che la crisi possa tirare fuori il meglio da ognuno di noi, possa spingerci a reinventarci, a non adagiarci mai sugli allori, a tenere il cervello e le braccia sempre in movimento! E questo è un bene sia per la crescita individuale che comunitaria.
Trovare lavoro è difficile ma ognuno di noi ha delle qualità uniche che può mettere a frutto inventandosi anche lavori nuovi.
E poi ci sono momenti nella vita in cui, per necessità, ci si trova costretti ad "accontentarsi" di un lavoro che non è nelle nostre corde ... ma questo non significa rassegnarsi a mettere da parte le proprie potenzialità per sempre! Si può certamente fare dei lavori diversi ma, quello che conta, è cercare sempre di arrivare a quello che si sogna di fare.
Nonostante il periodo difficile non lasciamoci rubare i sogni e la voglia di migliorare! Siamo tutti progettati per l'eccellenza, anche se spesso ce lo dimentichiamo.
Un saluto.
È anche vero che l'addestramento in gioventù è sempre stato importantissimo. Una volta c'erano molte più insicurezze e la gente era più vitale, ma gli veniva insegnato a darsi da fare. C'era un'educazione al darsi da fare sin da piccoli. Mio padre lavorava già all'età di 8 anni oltre a studiare. Se uno è stato tenuto nella bambagia o comunque non è stato educato e non ha mai avuto una guida per i primi 16/18 anni della propria vita è già mezzo fregato perché difficilmente riuscirà a darsi da fare, a meno di avere uno shock.
EliminaY, La il concetto "darsi da fare" mi sembra che venga usata spesso nella logica imprenditoriale. Bisogna darsi da fare, lavorare... per sopravvivere e capire che il senso della vita è il lavoro.
EliminaSto comprendendo molte cose adesso che sto maturando e che prima non riuscivo a comprendere.
Certo Mr. Loto, potrei essere d'accordo anche con te.. l'unico problema è che da piccoli nessuno ci insegna fare quello che a noi piace fare, ma al contrario ciò ci viene imposto.. per poi trasformare quelle nostre abitudini in passioni, che alla fine non sono passioni e lo scopriamo tra 10-15 anni dopo esserci laureati e avendo lavorato in quell'ambito.. volendo cambiare radicalmente la nostra vita.
È anche logica di sopravvivenza. Oggi non si è più capaci di sopravvivere alle avversità perché non abbiamo addestramento. C'è chi non ha addestramento perché è stato protetto nella bambagia e chi invece perché è stato abbandonato nella sua educazione alla sopravvivenza. Difficilmente ci si può auto educare alla sopravvivenza.
EliminaNel 2010 a 55 anni hanno chiuso la mia ditta, presso cui avevo lavorato per 36 anni e mezzo. nello stesso mese ho perso marito e lavoro, con due figli che ringraziando Iddio comunque lavoravano. Ho cercato per 2 anni lavoro e mi rispondevano tutti : TROPPO VECCHIA, TROPPO QUALIFICATA!!! Ogni età ha i suoi problemi.
RispondiEliminaLa determinazione comunque è la chiave per trovare lavoro, non importa quante porte chiuse in faccia e quante delusioni.
Y Inutile dire siamo incapaci a sopravvivere perché non abbiamo addestramento! bisogna scuotersi e pensare fuori dagli schemi!!!
auguri a tutti voi ! Coraggio!
Concordo con te riguardo le porte chiuse in faccia di cui parli. Io ne ho avute troppe. Il mio problema comunque resta la difficoltà di concentrarmi perchè la mia specializzazione richiede concentrazione, attenzione, logica.. e lavorare sotto stress è quasi impossibile.
EliminaNon capisco i datori di lavoro che pur sapendo o non sapendo questo fatto, non fanno niente per il benessere dei loro lavoratori/impiegati/dipendenti e continuano a metterli sotto pressione per renderli più produttivi.
Se hai lavorato 36 anni, avrai avuto una gran fortuna... già quello è un fatto positivo... ma devi appunto continuare a cercare senza la paura di fallire, con questo sono completamente d'accordo.