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22 aprile 2014

Italia - paese xenofobo e razzista

Certe volte quando penso a come mi trovo in Italia, mi viene da pensare che non mi sono ancora abituato completamente alla mentalità che c'è qui. La società è completamente diversa, le persone anche.

[xenofobia: tre uova bianche e uno di parte]


Qui la gente è abituata alle regole e se qualcuno non le rispetta, sono pronti a dirtelo oppure a chiamare la polizia. Intorno puoi vedere un sacco di razzisti e xenofobi, ma per questo stranamente nessuno viene denunciato. Per loro tutto il disordine deriva dagli stranieri.

Non sono forse stati gli italiani a farci oltrepassare i confini del loro paese? Non sono loro che accettano la nostra manodopera, le nostre donne che fanno le badanti ed i nostri uomini che si spaccano la schiena nei cantieri nel posto degli italiani?

Credo che prima di chiedere l'ordine agli stranieri, dovreste sistemarlo nella vostra testa.

L'immigrazione non è un reato, il razzismo lo è!
Pace a voi.

38 commenti :

  1. Il razzismo nasce e sviluppa dove non si accettano le differenze; dove non è possibile scegliere liberamente se accettare o meno una determinata razza, condizione o soggetto. Se vi fosse più libertà di accettare o non accettare il prossimo, si parlerebbe di incompatibilità e non di razzismo. L'incompatibilità non svanisce con l'obbligo imposto dall'alto di accettare qualcosa di innaturale per noi stessi, ma si rafforza e si modifica in razzismo.

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    1. quando vado a fare domanda di lavoro e mi chiedono se sono rumeno(perchè sai ai rumeni facciamo il contratto di solidarietà) e per me italiano non esiste il patto di solidarietà, per me che ho 54 anni e sono senza lavoro, mutuo da pagare ecc,ecc,per i migranti 900 euro al mese, carta telefono,casa, riscaldamento, io con 35 anni di contributi pagati e 700 euro di disoccupazione non ci campo. si sono razzista, non con i migranti ma con il nostro stato finto buonista che condanna i suoi figli naturali alle strategie di partito, si sono razzista ,odio tutti i politici in genere che vivono sulle disgrazie altrui

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    2. Sono a conoscenza del fatto che molti italiani siano in situazioni anche peggiori di quelle di parecchi stranieri, certo. Ma è anche vero che ci sono regioni d'Italia dove gli alloggi vengono assegnati esclusivamente agli italiani e se sei straniero, nulla ti può aiutare.

      Non sono molto informato sulla situazione dei rumeni, ma non penso che abbiano tutto questo aiuto. Non sono rumeno, ma straniero. Da quando vivo con i miei genitori, non ho mai visto uno di loro esser pagato per disoccupazione con 700 euro.

      Credo che gli stranieri vengano assunti più spesso degli italiani per certi tipi di lavori, e posso dirti anche il motivo. Il datore di lavoro medio è dell'idea che lo straniero abbia bisogno di poco per accontentarsi perchè accetta più facilmente di essere sfruttato. Si pensa invece che l'italiano sia meno volenteroso di lavorare e che resti sempre con la mammina o con il pappino a fare il bamboccione. Cosa ovviamente non sempre vera.

      A me dispiace per tutta questa generalizzazione sui problemi umani, ma non posso farci nulla, a volte ho voglia di sfogarmi anch'io e di dire quel che penso dell'Italia.

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    3. La ringrazio per essere nel blog del Movimento "Cento Artisti per il Mondo" le do il benvenuto. Presidente Orlando Serpietri.

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  2. Esiste un Paese dove si ama il prossimo?

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    1. Non sono gli italiani, ma lo stato italiano e alcuni italiani. A parte questo ci sono persone che non sono accettate nemmeno dalla propria razza. In questo caso di cosa si dovrebbe parlare? Vedi io credo che puoi essere della razza che ti pare l'importante è che hai la capacità di comunicare bene con l'altro. È tutta una questione di comunicazione ciò che riguarda il rapporto con il prossimo! Esistono vari livelli e tipi di comunicazione. Esiste una comunicazione verbale, una prossemica, una gestuale, una del vestire eccetera. Bisogna farsi vedere simpatici seri (non seriosi) e rispettosi per essere accettati e rispettati. Non è tanto il colore della pelle quanto un aspetto intimorente e, o una lingua e una cultura incomprensibili che creano il razzismo xsenofobo.
      Se poi non sei percepito in gamba, o addirittura sembri imbranato o con delle difficoltà, puoi essere disprezzato per quello. Per essere accettati dagli altri come al solito bisogna lavorare sulla nostra comunicazione. Chiaro che dopo anni che ci si convince che tutti i "negri" sono sporchi o che i rumeni sono ladri ci vuole un po' per essere convinti del contrario. Per questo si parla di ignoranza. Purtroppo ignoranti lo sono anche quegli stranieri che non capiscono il perché non sono rispettati. Scusa, ma non ci vuole un genio per arrivare a comprendere le ovvietà che ho scritto.

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    2. Non credo che una lingua ed una cultura incomprensibile possano generare automaticamente razzismo. Sono invece d'accordo sul fatto che siamo noi a creare le condizioni per essere accettati, o rifiutati dalla società, ma è anche vero che queste condizioni sono presenti in noi stessi, e non è certo attraverso la comunicazione che possiamo modificare la nostra naturale predisposizione. Quindi, occorre semplicemente farsene una ragione e chiudere con coloro che per una ragione o per l'altra riteniamo incompatibili. Non dobbiamo per forza essere simpatici, dal momento poi che la simpatia è soggettiva e non oggettiva e quindi non rappresenta certo un termine di confronto.

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    3. Come ho letto prima in un commento ,nn è solo con gli stranieri che molti italiani si comportano da stronzi,purtroppo tale comportamento dettato dall'ignoranza o da altro (e sinceramente da dove scaturisca ormai nn è che me ne freghi tanto) viene attuato anche tra gli italiani stessi,soprattutto verso i meridionali,chiamati in tutti i modi Da terroni a mafiosi o nordafricani ed altro ancora.Che in Italia bisogna rispettare le regole sono d'accordo ,regole che devono essere rispettate dagli stranieri ma soprattutto dagli italiani stessi,ma accanirsi solo contro alcuni che nn rispettano tali regole è davvero ingiusto.
      Io so cosa significhi trovarsi al nord (soprattutto in determinate città),essere trattati come esseri inferiori,guardati come se avessimo chissà quali colpe e poi dicono che i posti di prestigio al nord sono occupati dai meridionali e x questo va tutto a malora o che x colpa nostra anche i settentrionali hanno imparato a truffare...assurdo veramente ridicolo.Io so solo una cosa che quando quelli del nord vengono al sud vengono ospitati come solo noi del sud sappiamo fare,ossia con calore e si vergognassero di come invece loro ci trattano..persino quando ti danno il resto ce lo sbattono sul tavolo.. e poi loro sarebbero le persone civili.
      Proprio oggi ho ascoltato una notizia che penso dovrebbe essere d'esempio a coloro che guardano dall'alto al basso xchè credono di essere chissà chi,la notizia è che il comune di Caserta abbia donato 11mila e 500 euro ad un paese che si trova sul lago maggiore il quale aveva chiesto appunto tale cifra x sistemare la scuola.Meditate gente razzista del nord... meditate.
      PS: x fortuna che c'è anche gente al nord meravigliosa..forse saranno pochi ma quei pochi sono meravigliosi.
      LO!

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    4. Ho un conoscente che ogni anno va al Sud a farsi le vacanze. L'anno scorso quando andò al mare, mi raccontò come trattarono lui e la sua famiglia per un interessante motivo. Stavano sulla spiaggia quando un tizio calabrese arriva e gli dice che il posto su cui stavano era suo iniziando a dare del fascista al tipo del Nord. Il bolognese con tanta meraviglia pensò "sono in vacanza con la mia famiglia, non faccio del male a nessuno, sto su una spiaggia e per questo sono fascista, perchè ho occupato il posto di un tizio, manco fosse il suo?"

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    5. Tu sei libero di non credere adriun, ma è dimostrato che si ha timore quasi solo di ciò che non si conosce o non si può controllare. Negli altri casi si parla di fobia, ma non c'entra con la xenofobia in quanto, la prima è irrazionale e potente tanto da non permettere un ragionamento, la seconda, invece, permette agli affetti di prendere a cazzotti lo straniero. Ti sei mai trovato nella situazione di non riuscire a decifrare comportamenti, ragionamenti, atteggiamenti e parole altrui? Io sì. Non è né tranquillizzante né piacevole. Studia la psicologia, soprattutto quella delle masse, quella delle folle, quella sociale e quella comportamentale. Scoprirai molte cose adatte alla comprensione di certi meccanismi. Non è quasi mai il colore della pelle, come banalizzano certi deficienti, ma praticamente tutto quanto il resto.

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    6. andriun per cominciare: ci tengo al mio nick. Il timore ha un aspetto che risulta positivo per la società, perchè costituisce un elemento importante, alla cui base si trova il rispetto. Non esiste rispetto se non si ha timore. La paura invece in psicologia viene considerata ad un livello più elevato in fatto di gravità. Premettendo che non sono del settore e quindi lascerei ai medici, possibilmente UOMINI gestire la materia, da quel che so, xenofobia è una forma di fobia e si manifesta o verso le etnie inferiori come numero ed importanza o verso le loro tradizioni culturali: nel primo caso potrebbero facilmente sfociare in violenze fisiche; nel secondo caso l'aggressione personale risulta in forma molto più rara. Ergo dal momento che non possiamo essere simpatici a tutti, dobbiamo avere il coraggio di costruire il nostro targhet di soggetti con cui siamo più compatibili e lasciare perdere gli altri. Anche perchè, detto tra noi, voler essere simpatici a qualsiasi costo per acquisire considerazione verso gli altri, nasconde una profonda insicurezza in se stessi. Oggi i soggetti psicologicamente più deboli sono portati ad esserlo, proprio perchè viviamo in un mondo effeminato che considera l'individualismo, sinonimo di "soggetto sfigato". Cosa che ovviamente non è, ma certamente risulta più difficile da controllare, in quanto più sicuro di se stesso e quindi volutamente fatto passare come soggetto pericoloso.

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    7. "... voler essere simpatici a qualsiasi costo per acquisire considerazione verso gli altri, nasconde una profonda insicurezza in se stessi. Oggi i soggetti psicologicamente più deboli sono portati ad esserlo, proprio perchè viviamo in un mondo effeminato che considera l'individualismo, sinonimo di "soggetto sfigato"."

      Con questa frase concorderei 10 volte. E' la cosa che spesso cerco di formulare ma non riesco. Sarebbe anche la chiave per capire moltissime cose, anche della personalità di altre persone. Magari è difficile capire che sia una questione legata all'insicurezza dell'individuo che al suo carisma.

      Mi sono capitate molte persone, come professori(a scuola) con cui ho litigato parecchie volte a non voler accettare le diversità degli altri, ma quando li guardavi studiandoli capivi che in fondo sono insicuri, pieni di paure, complessi, difetti che però in tutti i modi possibili cercano di nascondere. Alcuni lo fanno creando un'immagine virtuale di se stessi, gli altri cercando di diventare intelligenti dimostrando a tutti i costi di essere superiori a te.

      Voler essere sempre simpatici ormai è un trend ipocrita nei giorni d'oggi. Chi non lo è, viene appunto etichettato come sfigato.

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    8. Non dobbiamo o meglio non dovremmo guardare ai difetti come qualcosa da nascondere. Quello che per me in un soggetto qualsiasi è un difetto, per un altro potrebbe essere benissimo un pregio. L'aspetto da considerare sta nella compatibilità: vi sono alcuni difetti che non possono essere ignorati, se non vogliamo soffrire e far soffrire più del dovuto il soggetto che per noi risulta incompatibile. Purtroppo il solito mondo effeminato, ci sta abituando, o meglio sta abituando i soggetti più manipolabili, a voler presentare solo la faccia positiva della medaglia, pena l'isolamento. Quindi ancora una volta l'apparenza a scapito della sostanza.

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    9. Scusa il ritardo nella risposta, ho problemi di connessione. Scusa anche per il refuso sul nick.
      Tu dici: "Il timore ha un aspetto che risulta positivo per la società, perchè costituisce un elemento importante, alla cui base si trova il rispetto". Credo che sia il contrario con una piccola differenza: alla base del rispetto tante volte sta il timore, ma non sempre. Infatti io rispetto anche i bimbi piccoli, e non perché ho paura che mi menino.
      Comunque sottoscrivo quello che dice woody. Se sei razzista (nel senso condiviso del termine) allora magari puoi anche essere cattivo con le altre razze e quindi anche picchiare, ma se hai una fobia allora scappi e basta. È così che funziona una fobia: combatti o uccidi solo se sei in un angolo. Ecco perché la parola giusta per chi va a picchiare gli stranieri non è xsenofobia, ma sono le parole razzismo violento. Purtroppo esiste una neolingua di orwelliana maniera con cui ci prendono per il culo. I veri xsenofobi sono pochissimi come lo sono i veri razzisti violenti. Di solito il problema è un timore di qualcosa che non si sa tenere sotto controllo con i propri sensi e il proprio intelletto. Io mi sono trovato di fronte a persone di colore che si muovevano e parlavano come italiani perché sono sempre vissuti qui. Non ho avuto alcun fastidio e li ho ricordati come italiani. Poi mi sono trovato di fronte ad africani che oltre ad avere un aspetto marziale (muscolosi e con fattezze del viso "aggressive"), erano completamente alieni dal punto di vista della comunicazione verbale e non. Questi ,mi hanno fatto stare sul "chi vive". Che significa se muove molto le mani? E se alza la voce? Insomma, non sapevo decifrare bene anche perché non parlavano italiano. Questo è il punto: la comunicazione. Mi sono trovato a disagio anche con italiani per lo stesso problema. Comunque, io credo che queste grandi migrazioni siano destabilizzanti per mille motivi e vorrei che non ci fossero.
      Questo non vuol dire che mi comporto da stronzo con gli stranieri e che gli manco di rispetto. Non vuol nemmeno dire che li caccerei tutti. Vuol dire solo che sogno un mondo dove nessuno si sposta, e quindi non abbia bisogno di spostarsi, se non per farsi una gita. Alla fine però se conosci il modo di fare di un popolo e sai comprenderlo non soffrirai mai un fastidio legato all'incomunicabilità, ma potresti soffrirne uno legato al senso di invasione dei tuoi spazzi. In quel caso non è né razzismo violento né xsenofobia ne timore da ignoranza e incomunicabilità, ma solo timore del cambiamento culturale. È un po' come se qualcuno che non hai invitato entra in un posto che senti tuo come la tu a casa e ti sposta dei mobili, occupa i tuoi spazzi e poi ti obbliga ad adattarti. Questo problema è sempre esistito non solo tra etnie diverse, ma anche tra italiani. Ci fu un tempo in cui gli hippy violentarono gli anziani con le loro idee di baci in pubblico e donne nude ovunque. Oggi quando in certe città ti siedi in panchina e vedi la piazza piena di gente con altra cultura e poi ti si siede accanto a destra un cinese e a sinistra un africano è come se ti sentissi in preda ad una colonizzazione culturale. Purtroppo di tutto questo non si può parlare come si deve per colpa di questo cazzo di "politicamente corretto" che ci ha rotto la minchia. Va be' ti mando un saluto.

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    10. Y, io credo che dalla xenofobia possa nascere il razzismo, ma non è detto che ciò succeda. Poi dici che quelli che picchiano non sono fobici. Anche qui è un gioco di parole. Dipende cosa intendiamo per fobia. Ci sono tanti ignoranti in giro che definiscono la fobia come semplice paura e al contrario etichettano il fobico come fiffone, vigliacco e pauroso.

      Comunque, volevo arrivare a questo punto: molti bulli o violenti hanno paura. Non è per l'assenza di paura che si va a picchiare la gente, ma anche per la sua presenza.

      Per quel che riguarda il discorso multiculturale, credo di capirti. Ma anche qua secondo me c'è differenza tra un paese e una casa. I paesi sono sempre stati multietnici, le case no. Non capisco sinceramente perchè debba dar fastidio che uno che non ha il tuo stesso modo di vivere o di fare stia vicino a te. Se si tratta di xenofobia, potrei anche capirlo, ed è superabile! Non comprendo però come mai possa dar fastidio in generale uno che è diverso da te. Io questa cosa l'ho sempre vista un po' divertente, forse perchè sono cresciuto in un ambiente appunto di persone di cultura comune e quasi nessuna diversità. Ci sta se uno è maleducato, sputa per terra e urla... ma se è solo diverso, non vedo il motivo del fastidio.

      Comunque, sono gusti... soddisfare tutti è impossibile ;)

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    11. Innanzi tutto Ypsilon, anche se non amo le smancerie, ricambio il saluto, poi preciso che quello che chiama rispetto verso i bambini, in realtà non è rispetto, ma considerazione o pietà. Il rispetto, infatti, è il riconoscimento di una superiorità morale o sociale manifestato attraverso il proprio atteggiamento o il modo di comportarsi, e può implicare riverenza e sottomissione. Quindi si evidenzia verso qualcuno di livello morale o sociale, pari o superiore a nostro. Ergo, senza timore non esiste rispetto. Considerando poi, che come affermo nel mio libretto, il rispetto è sinonimo di intoccabilità, non considero possibile il rispetto nè per la mia donna, nè per gli eventuali figli. Come potresti educare una persona e all'occorrenza punirla, se dici di averne rispetto? Sarebbe decisamente un controsenso che come amante della logica non posso accettare; e dal momento che la decadenza è quasi priva di logica, ho sicuramente un motivo in più per sentirmi estraneo a questo mondo.

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    12. Andriun, a me sembra che tu invece parli più di stima che di rispetto. "Rispetto" è infatti intoccabilità come giustamente affermi, mentre "stima" sarebbe la definizione data da te prima.

      A mio parere sono due cose diverse. Per rispettare infatti non bisogna aver di fronte qualcuno che sia pari o superiore a te, basta che ci sia un essere umano o quel che è.

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    13. Jan, la definizione di "rispetto" l'ho presa da un vocabolario.

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    14. Andriun la definizione che hai portato si basa su uno dei tanti significanti e non sul significato proprio. Ovviamente tutti i significanti sono validi quindi anche quello che porti tu, ma quest'ultimo non è il solo.
      http://www.etimo.it/?term=rispetto
      Nel link trovi l'etimo della parola.
      Comunque non è il significato o il significante di una parola che mi interessa adesso, ma il tuo modo di ragionare. Vorrei capire, in primo luogo, con chi credi di parlare quando parli con me. Vorrei capire anche perché non senti il bisogno di fare lunghe argomentazioni alle tue affermazioni. Sembra che le prendi per ovvietà, ma non è così per molti e tu dovresti saperlo. Infine vorrei capire perché pensi che salutare sia una smanceria. Potresti rispondere ai miei quesiti?

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    15. Chiedo scusa se dico la mia senza aspettare la risposta di Andriun.

      Per quel che riguarda la definizione, non mi interessa a punto il significato o il dizionario da dove e stata presa, ma appunto il perchè.

      Comunque, per le smancerie, la penso un po' in questo modo. Non è per dare ragione o torto. Il fatto è che tante volte abbiamo di fronte persone con cui non abbiamo piacere di parlare ma siamo costretti a farlo. In questo caso saremmo costretti anche a salutare e parlare ovviamente. Non sempre il motivo può essere la persona che ci sta davanti, magari il nostro stato interiore. La domanda è: che senso ha salutare o parlare se tanto non te la senti? Per una questione di educazione, per la prassi, per correttezza? A me tantissime volte mi sono capitati casi del genere in cui pensavo che salutare o essere educati fosse da ipocriti.

      Non so se è questo che intendevi Andriun.

      Saluti.
      Jan

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    16. Già Jan, non amo l'ipocrisia. Sono convinto che tutti dovremmo essere un po' più onesti quando si comunica con qualcuno e IO credo, che non necessariamente sia obbligatorio usare il tu "gratuito"; all'americana per intendersi. Il saluto stesso se non sentito può essere considerato un "in più" che proprio per quello, anche se tolto, non toglie nulla alla discussione in essere. Se poi, qualcuno, trova soddisfacente darmi del "tu" anche al primo scambio di vedute è libero di farlo senza porsi alcun problema. Per quanto mi riguarda, posso solo dire che se mi comportassi diversamente andrei contro me stesso e non credo che comincerò a 48 anni compiuti. Se poi, qualcuno si sente offeso o toccato da questo mio atteggiamento, beh, il problema è solo suo. Comunque senza andare troppo fuori argomento, proverò a rispondere a Ypsilon.

      Alla prima domanda risponderei: con uno sconosciuto con cui potrei avere molto o poco in comune e con il quale mi sto rapportando, esponendo le mie ragioni.

      Alla seconda domanda direi: sì è vero le considero delle logiche ovvietà, però non mi limito a quello, visto che come è mia abitudine fare, espongo anche il perchè secondo me lo siano. Di conseguenza mi aspetto di ricevere o una conferma(anche un silenzio assenso) o una argomentazione altrettanto efficace che le smentisca; o nel caso non fossi stato sufficientemente chiaro, che me lo si faccia notare, in modo che possa esserlo.
      D'altro canto se non ricordo male a scrivere di ovvietà è stato proprio lei. Non trova curioso che adesso sia proprio lei a farmelo notare?

      Mentre per rispondere ancora a Jan che voleva chiarimenti (sempre se non ho capito male) sul perchè di questa parola, diciamo che è nata da un'associazione che ho creato volutamente, con il termine "timore". Il resto è venuto di conseguenza.

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    17. andriun sei molto indisponente. Io non ti ho mancato di rispetto in alcun modo e non sono stato ipocrita in alcun modo. Come puoi vedere non le mando a dire. Non è abitudine mia farlo nemmeno dal vivo. Inoltre essendo vecchio su internet come non lo sei tu (evidentemente), conosco la netiquette. In passato essa era nata per non mettere in difficoltà le capacità di trasmissione della rete e dei server, oltre che dei PC. Insomma era una serie di regole per non affaticare e allungare inutilmente il dialogo sovraccaricando la rete. Dietro c'era comunque una filosofia in più. In rete non ha importanza chi tu sia nella vita reale, ciò che importa sono soltanto le idee. Per questo una volta il tu su internet era quasi un obbligo. Qui eravamo tutti spirito e ci scambiavamo idee. Poi sono venuti gli invasori che hanno vandalizzato questo concetto con le loro foto, i loro nomi e cognomi e le loro professioni. Io al contrario ho rispettato le regole perché non costa nulla farlo e perché finalmente c'era un posto dove tutti se ne sbattevano di cosa fossi nella vita di tutti in giorni. Contavano solo i ragionamenti. Contava solo quante palle si avevano nel fare un ragionamento che fosse convincente.
      Insomma io ho usato il tu perché seguo questo principio e ti prego di non offendermi dandomi del lei. Sarebbe offensivo perché irrispettoso nei confronti di una persona che te lo chiede con sincero rispetto, ma anche perché comunica senso di superiorità, ingiustificato e ingiustificabile, nei confronti di un interlocutore con cui non ci si vuole mischiare. Il tu rispetto al lei comunica che conta solo quello che si dice e nient'altro.
      Quando ho parlato delle ovvietà intendevo che quelle tue non lo sono, a prescindere se siano sbagliate o meno. Credo che tu lo sappia bene a 48 anni suonati, altrimenti sarebbero accettate da moltissimi non appena le enunci. Se non lo fai sembra che ti credi la verità in tasca e stop. Questo è indisponente. Anche io ora sto dando lunghe spiegazioni proprio perché non mi piace parlare da solo o rileggere per i fatti miei quello che dico e battermi le mani da solo, ma cerco sinceramente di comunicare con l'altro (in questo caso tu). Per il resto io sono sicuramente dalla stessa parte della barricata in cui sei tu. Siamo già abbastanza circondati. Farci forza insieme no? È per questo che il femminismo è libero di rovinare il mondo: la solidarietà maschile è un mito.
      PS.
      la smanceria è un esagerazione. Io ho semplicemente salutato amichevolmente un "compagno di lotta". Se un soldato da una pacca ad un altro sulla spalla sta facendo una smanceria?

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    18. Dimenticavo... La seguente è una parte per nulla ovvia che non hai spiegato: "Considerando poi, che come affermo nel mio libretto, il rispetto è sinonimo di intoccabilità, non considero possibile il rispetto nè per la mia donna, nè per gli eventuali figli. Come potresti educare una persona e all'occorrenza punirla, se dici di averne rispetto? Sarebbe decisamente un controsenso che come amante della logica non posso accettare; e dal momento che la decadenza è quasi priva di logica, ho sicuramente un motivo in più per sentirmi estraneo a questo mondo."
      Da questo discorso si possono ricostruire molti passaggi logici diversi. La parte assolutamente più incerta è quella che riguarda il fatto di punire ed educare. Che intendi con punire? Dar legnate forse? E con educare? Punire ed educare chi? Solo i figli o anche la moglie? La decadenza priva di logica? Che intendi? Perché ti senti estraneo a questo mondo? Saperlo da modo di imparare a capirti con meno spiegazioni. Questo è solo per farti notare che certi concetti forti e diversi dal solito vanno spiegati a prescindere.

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    19. Ypsilon mi spiace, ma al momento non sento il bisogno di darle del "tu" e quindi continuerò a darle del lei. Tenga conto che per me non si tratta di offendere, ma di mantenere un distacco oggettivo, verso qualcuno che non conosco, ne più ne meno di come per me avviene nella vita reale. In ogni caso, dal momento che come lei non sono un tipo che "le manda a dire", sono anche a favore dell'offesa personale, quando giustificata. Tornando a noi, posso solo dirle che purtroppo non ho tutto questo spazio per spiegare quanto ho affermato precedentemente, cosa che invece, penso di aver fatto abbastanza bene nel mio libretto: "L'apparente intelligenza delle donne e le contraddizioni del nostro tempo". Come traccia, nel caso volesse acquistarlo, le basti sapere che sono a favore delle punizioni corporali sia verso i figli che verso la moglie: DD Domestic Discilpline o HOH (Head of Household). Concetti diffusi nel mondo, ma che in Italia, vuoi per la presenza di troppi effeminati, vuoi per semplice buonismo ed ipocrisia che contraddistingue il popolo italiano, non vengono accettati nemmeno nel caso fosse la stessa donna a chiederli. Oggi vanno di moda, e non a caso, i soggetti effeminati: coloro che per evitare di sbagliare evitano di assumersi qualsiasi tipo di responsabilità famigliare. Una famiglia, quella così detta moderna, che proprio a causa di questo "rispetto" al contrario si è letteralmente sciolta in tante piccole "sfere indipendenti", con l'unico scopo di favorire la donna nei suoi capricci, di naturale opportunista. Per ora mi fermo qui perchè, come può facilmente immaginare, si andrebbe troppo fuori tema. In ogni caso la Saluto.

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    20. Mi rendo conto che ognuno ha le sue esigenze e il meno vincolato ad esse può anche lasciare qualche libertà agli altri. Quindi, vista la tua incapacità ad autoregolarti secondo certe regole, ignorerò il lei e farò finta di nulla, nonostante abbia spiegato che la vecchia regola di internet ha delle ragioni profonde e utili in uno scambio di idee non necessariamente politicamente corretto.
      Il mio modo di pensare è molto particolare e potrei essere frainteso, ma non sono in completo disaccordo con le punizioni corporali se si danno spiegazioni e distinguo. Io credo che la violenza si declina con eguale forza sia se corporale sia se psicologica. Infondo c'è sempre in entrambi i casi. Infatti se si viene picchiati si può in molti casi subire anche una violenza psicologica, mentre se si viene derisi si può somatizzare. Si può dare la morte in entrambi i casi. Infatti esiste il reato di "istigazione al suicidio". Ho sempre creduto che oltre alla vigliaccheria di far bullismo contro il più debole, ci fosse anche quella di far bullismo facendosi scudo della propria debolezza. Quindi sono a favore del duello tra uomini, e del ceffone anche alla donna che passa il limite, ma solo come estrema razzio. Per avere questo diritto di difesa della propria dignità, però, bisogna anche essere molto ben educati e nobili nell'animo, forti nello spirito e nel corpo. Oggi come oggi quasi nessuno ha queste caratteristiche. Ritengo difficile ai giorni nostri trovare un uomo sanamente tale. Invece, una volta erano così persino molti contadini.
      Mi fermo anche io per non aprire una lunga discussione OT. L'ho fatto per farmi conoscere.
      Saluti.

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    21. Più che pensare alle formalità, pensiamo come diceva precedentemente a unire le nostre forze. Non possiamo leccarci le ferite e starcene sempre in disparte; almeno questa non è la mia idea di "combattente" nato. Quindi lascio a lei Ypsilon e a tutti coloro che si ritengono interessati ad una azione attiva, un link affinchè possiate trovare se pur nella nostra individualità di maschi, un elemento concreto che ci accomuni.

      http://www.fanpage.it/femminicidio-e-maschilismo-cominciamo-dal-linguaggio/?fb_comment_id=fbc_467082913368043_620072238069109_620072238069109#f21a2d402

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    22. Più che pensare alle formalità? Boh...
      Il secondi URL non funziona. Riguardo al primo, non ho nulla da dire ad una che crede che il femminicidio esista come omicidio di donna in quanto tale. Tra l'altro è anche migliore di tante che non fanno nessuna autocritica come invece miracolosamente fa lei. Mi da anche fastidio che gli uomini continuino a parlare di individualità quando c'è da difendere il proprio genere. Io non sto in disparte, mi accapiglio tutte le volte che posso, soprattutto dal vivo. Non lo faccio invece, in siti dove posso essere censurato. Tutto qui. Direi di chiudere L'OT per rispetto al post di Jan.

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    23. Infatti Ypsilon, l'idea era di chiudere L'OT e rispondere nel sito. Se si trova d'accordo con quanto afferma la giornalista o i relativi intervenuti lo poteva scrivere. Stia tranquillo l'intervento non viene censurato, però occorre registrarsi e forse anche un po' esporsi, IO l'ho fatto. Il link postato è unico, ma vale solo la prima parte. Comunque lo riporto nuovamente per ogni evenienza.

      http://www.fanpage.it/femminicidio-e-maschilismo-cominciamo-dal-linguaggio/

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    24. Grazie del link, andriun.

      No problem, Y. Continuate a parlar qui, se volete:
      http://storieriflessioni.blogspot.it/2014/05/il-femminismo-e-piu-pericoloso-del.html

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  3. nn ho detto che al sud sono tutti santi ma su un meridionale deficiente ce ne sono minimo 10 settentrionali altrettanto deficienti!
    LO

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    1. Beh... LO, tu hai girato più di me e sicuramente hai ragione sul fatto che il sud sia maltrattato dal nord, ma ci sono posti nel sud dove la maleducazione verso il prossimo regna sovrana. Poi c'è anche da dire che gli italiani all'estero vengono trattati di merda. Credo che tutti riceviamo un po' di intolleranza. Forse, invece di far a gara a chi è meno stronzo, dovremmo chiederci se la globalizzazione stessa non sia innaturale. Non sarebbe meglio un sistema dove si viaggia in massa solo per fare turismo? In quel caso nessuno tratterebbe male uno straniero.
      PS.
      Lo so lo so, sembro oscurantista e medievale, ma a me piace un mondo così come dico, che ci posso fare?

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  4. Si deve prima di tutto distinguere i tipi di immigrazione, i nostri politici hanno fatto un "ottimo lavoro" nel mischiare le carte in tavola e a non distinguere più la clandestinità dall' immigrazione regolare.
    Poi io ritengo ci sia una differenza tra Xenofobia e Razzismo:
    La xenofobia è una reazione "normale", o per lo meno, che puoi aspettarti anche nel paese piu civile, la paura di ciò che non si conosce avviene, c' è poco da fare, siamo umani.
    Uno straniero non può non aspettarsi, all' inizio, una diffidenza, è normale, è psicologico ( entro certi limiti).
    Il razzismo invece è la presunzione che la propria razza è superiore in qualche modo alle altre.
    E' completamente diverso.
    Però questo non è una prerogativa dei bianchi occidentali: fai un paio di domande e ti accorgi che questo genere di derive ce li hanno persino fra le diverse tribù africane.
    Il capo della tribù A dice che quelli della tribù B sono inferiori ecc.
    Ma questa è una DERIVA da combattere.
    Mentre la xenofobia è una reazione comune a cui bisogna essere preparati, almeno inizialmente.

    Però Jan....non è che la ministra Kyenge abbia fatto più di tanto per migliorare le cose. Anzi, secondo me le ha peggiorate, ha dipinto gli italiani come dei sporchi fascisti senza cuore e i non italiani come delle pappe molli che non sono capaci di cavarsela senza una mami.

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    1. Mi sono ricordato questo mio post, dove se non sbaglio lessi anche il tuo intervento:
      http://storieriflessioni.blogspot.it/2012/02/razzismo-o-xenofobia.html

      Sicuramente ce ne sono di differenze :) E concordo che sia una cosa normale. E anche sulla tua definizione di razzismo concordo.

      "Però questo non è una prerogativa dei bianchi occidentali: fai un paio di domande e ti accorgi che questo genere di derive ce li hanno persino fra le diverse tribù africane."

      Guarda, di differenze al livello fisiologico ce ne sono tra i bianchi e neri, ma ammetterlo non è razzismo. Razzismo è appunto quando lo fai con lo scopo di dimostrare che la tua razza è migliore in un qualche modo, più colta, più capace e via andando.

      La ministra avrà fatto di sicuro poco. E' la reazione infantile e arretrata di un essere incapace di analizzare i fatti per bene. Non è che dando la colpa agli altri si risolva la situazione.

      Io devo ammetterlo però, in certi momenti sono stato un po' razzista nei confronti degli italiani. Ora di meno perchè mi rendo conto che gli stronzi si trovano un po' dappertutto, non solo in Italia. Ma come dire, ognuno vive la sua storia e fa i propri errori..

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    2. Ah no, sorry... era un altro post dove avevi scritto, sullo stesso argomento, me lo sono ricordato, questo:
      http://storieriflessioni.blogspot.it/2013/01/xenofobiamalattia-del-popolo.html

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  5. Purtroppo la deriva xenofoba e razzista non riguarda solo l'Italia, ma aleggia in tutta l'Europa.
    Il mondo ha bisogno di un grande cambiamento e se non si finisce di fare la guerra tra poveri, la vedo proprio dura.
    Saluti a presto.

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  6. Cher frère blanc,
    Quand je suis né, j'étais noir,
    Quand j'ai grandi, j'étais noir,
    Quand je suis au soleil, je suis noir,
    Quand je suis malade, je suis noir,
    Quand je mourrai, je serai noir.
    Tandis que toi, homme blanc,
    Quand tu es né, tu étais rose,
    Quand tu as grandi, tu étais blanc,
    Quand tu vas au soleil, tu es rouge,
    Quand tu as froid, tu es bleu,
    Quand tu as peur, tu es vert,
    Quand tu es malade, tu es jaune,
    Quand tu mourras, tu seras gris.
    Alors, de nous deux,
    Qui est l'homme de couleur ?

    ps:a me è piaciuta ed ho pensato di farla leggere a chi nn la conoscesse
    LO

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