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23 novembre 2013

Bisogno dell'inverno e della neve

E' da tanto che non scrivo. Nella mia vita ci sono stati molti cambiamenti e sono cambiato pure io. Sono entrato nel cosidetto mondo degli adulti. Ma forse era successo addirittura prima quando da piccolo in certe occasioni ero costretto a cavarmela da solo, non nel senso materiale ma spirituale, emotivo e sentimentale. E' stato difficile, lo ammetto. Possiamo essere bambini in certe cose e adulti in altre. E' anche un dato di fatto, lo rivela la psicologia.


In questo periodo ero costretto ad abbandonare un corso che frequentavo per un lavoro che mi è stato proposto. Ho iniziato a lavorare e dopo qualche settimana sono stato licenziato.

Sembra spesso che la sfortuna mi perseguiti. Raramente riesco ad essere positivo d'umore, spesso sono pessimista anche se in fondo nel cuore nutro una profonda speranza per questo mondo.


Nonostante la continua sofferenza, la mancanza di serenità, ansia, depressione, pensieri suicidari... qualcosa mi consola.

Camminavo per strada stasera e anche se era freddo, mi sono fermato a sedermi su una panchina e guardare il fiume pensando. Mi sono ricordato dell'inverno. Sembrava quasi come se dovesse nevicare tra qualche istante. Sentivo l'odore della neve e il freddo gelido che mi attraversava il corpo. Sentivo di essere avvolto in qualcosa di caldo sentendo comunque il freddo all'esterno. E' questa la sensazione per cui vale la pena vivere: sentirsi al sicuro e vestito sapendo che fuori c'è freddo. Lo so, è incomprensibile finchè non si prova. Non so se questa era un'emozione o semplicemente un ricordo, ma di sicuro c'è stato e questo è importante. Non importa invece che non riesco a godermi la vita e soffro in continuazione. Importa solo quello che c'è nel momento in cui riusciamo a sentire.


Se immagino di guardarmi intorno e vedere neve dappertutto e penso di trovarmi in una casetta al caldo, forse sarebbe una delle più belle cose a cui potrei pensare. Sarà perchè il mio compleanno è di inverno o perchè il natale per me è una delle più grandi feste, non saprei. L'inverno per me è comunque qualcosa di cui devo nutrirmi almeno una volta all'anno. Ho bisogno dell'inverno perchè mi fa sentire a casa mia, sicuro, in pace con me stesso e con gli altri. L'inverno e la neve, per me è una via di fuga da questo mondo pieno di ipocrisia, sporcizia e falsità. Sembra che il freddo purifichi le persone e svuoti la loro mente.


L'inverno e le feste come il natale non mi ricordano d'altro che dei giochi con la neve, delle arance e dei mandarini, dei dolci, dei piatti preparati da mia nonna, di come si stava bene una volta quand'ero piccolo.

Vorrei che questi sentimenti non morissero ma continuassero ad essere presenti per tutta la mia vita.

8 commenti :

  1. Beato te che hai dei momenti veramente felici almeno nella tua vita da bambino. Beato te che hai provato la sensazione di stare bene da piccolo. Io invece ho sofferto ogni istante della mia infanzia. Ricordo come fosse tutto doloroso e difficile. Non avevo persone da cui rifugiarmi. Non c'era un angolo felice se non dentro la mia testa. Spesso mi rifugiavo nelle mie fantasie, ed ero completamente solo sia dal punto di vista fisico che intellettuale. Ho provato più volte la depressione e ho dovuto affrontare tutto da solo. Però non ho mai avuto pensieri seri di suicidio. Avevo problemi psicofisici gravi, ma non pensavo al suicidio. Come mai? Semplice: io sono agnostico. Nel senso più aperto che si può dare alla parola. Insomma credo che in ultima istanza non si possa essere completamente sicuri di quasi nulla. Compreso il fatto che dopo la morte ci sia l'inferno eterno. Per un fanatico del controllo come me significa: ALT!!!
    Da un punto di vista puramente razionale, il suicidio è una cazzata non perché la vita può essere bellissima, ma perché la morte può essere una condizione ancora più di merda. Provami che ho torto se ci riesci. Fallo anche solo come esercizio intellettuale. Dimostrami oltre ogni dubbio che uccidersi significhi la fine delle sofferenze. Se me lo dimostri logicamente diventerò l'uomo più coraggioso del mondo. Tanto se muoio che mi frega? Finisce la sofferenza!
    Un'altra via esiste comunque. È molto più sicura. Si tratta di cambiare noi stessi. Perché ciò che importa, non è quello che ti succede, ma come la prendi. Una rase di un Dalai Lama dice: "Se non puoi foderare il mondo di cuoio allora metti i sandali".

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    1. Ti sembrera' strano ma di momenti positivi ne ho avuti veramente pochi e se non li ho avuti forse i ricordi mi fanno pensare il contrario.
      Non so se conosci la sensazione quando anche i ricordi della sofferenza del passato risultano piacevoli. O la nostalgia del passato, di un passato pieno si sfortune e maledizion.
      Non sono sicuro del fatto che tu abbia vissuto questo tipo di esperienze. So pero' che hai avuto le tue e credo che tu possa provare qualcosa di positivo.
      Per quel che riguarda i pensieri suicidari, ti diro' che talvolta vengono per la semplice stanchezza mentale. Certo che la morte durante gli stati depressivi la pensavo come una via di salvezza, una soluzione, una rinascita, un'altra possibilita'.
      L'ultima volta pero', quando stavo per farlo, mi sono fermato per piu' motivi:
      avevo paura,
      ero legato alle persone che mi volevano bene,
      potevo sbagliarmi riguardo a come pensavo fosse l'esistenza dopo la morte.

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    2. Il fatto e' che se decidi di morire, indietro non puoi piu' tornare.

      Purtroppo di certe cose ci rendiamo conto solo dopo. E se avessimo una vita dopo la morte... e ci rendessimo conto di aver perso quel che avevamo?

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    3. E se la vita dopo la morte è un inferno dantesco?
      E se morire significasse provare esperienze 100 volte più spiacevoli?
      Infatti tu che non sei affatto stupido dici: avevo paura; potevo sbagliarmi riguardo a come pensavo fosse l'esistenza dopo la morte; indietro non si torna.
      Direi che è PROPRIO questo il punto.
      Non devi pensare a cosa perdi, ma all'inferno che potresti trovare. Ti assicuro che pensare come dico è la cosa più razionale da fare.
      Suicidarsi senza sapere cosa si troverà è oggettivamente stupido come voler fare bungee jumping senza corda. Per dirla tutta è oggettivamente demenziale. Scusa se te lo dico, non voglio offenderti visto che fai pensieri di suicidio. Sai quanto ti rispetto e rispetto soprattutto la tua intelligenza. Il suicida spesso vuole trovare una via d'uscita attraverso un velo che potrebbe nascondere un muro di acciaio, invece di cercarla tra le vie più o meno battute (alcune addirittura lastricate). Anche chi si suicida per altri motivi è oggettivamente abbastanza demente, a meno che non abbia la certezza di ciò che c'è o non c'è nel al di là. Io rispettando le fedi non me la sento di dire che uno che crede fino in fondo al cuore sia demente. Non so perché faccio questa differenza. Comunque di certo, da quel che dici, sei agnostico. Allora che cavolo di senso hanno anche alla luce del tuo modo di ragionare certi discorsi?
      Io ho avuto una vita pessima, ma non mi lamento di tutte le mie grandi sofferenze, perché so molto bene che c'è gente che ne ha passate di peggio. Non vorrei mai sfidare il mio karma (se mai esistesse). Magari mi lamento per bene e poi BOOM e una cosa 10 volte più orribile di tutto lo schifo che mi è capitato mi si presenta nella vita. Credi di avere sofferto e di stare soffrendo? Non sai cosa potrebbe aspettarti, nella vita, e nella morte! Cerca le vie razionali. Quelle che sai che sono state percorse e che ti permettono di vedere pure chiaramente davanti a te. Vedi, si può tranquillamente forzare il cervello tramite convincimento (io ci sono passato) e il risultato è più potente persino da quello dato da cure mediche.
      Il punto è che l'origine della nostra sofferenza è sempre dentro di noi. Non si scappa da se stessi. Io l'ho capito a mio discapito. Lavorare su se stessi è l'unica cosa intelligente da fare. Tu sei molto in gamba perché ti fai un sacco di domande, perché chiedi il perché delle cose, ma anche io ero e sono così, e ti assicuro che molte fisime le ho risolte con la conoscenza e la comprensione di questioni banali. Il punto è che sei ignorante sulle banali relazioni umane esattamente come lo ero io. Conta che io studio le persone ossessivamente dall'età di circa 14anni. Ho letto libri, ho fatto anche dei corsi di studio inerenti, mi sono sempre fatto domande e le ho fatte a gente con più esperienza, eppure ero troppo ignorante su questioni base per essere felice. Ciò che bisogna fare è soprattutto colmare la propria ignoranza su se stessi. Lo hanno detto in tanti, "conosci te stesso", ma per riuscirci si devono fare esperienze, mettersi alla prova. Se sapessi di più sulla tua vita potrei darti dei consigli, ma so poco e niente. Se vuoi ne possiamo parlare in privato. Vedi che strano il mondo? Non ci conosciamo veramente, ma a me la tua vita e la tua felicità interessano. Come mai?

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    4. Come mai, non te lo so dire. Probabilmente perche' vedi molte cose in comune. Forse per spiegarti piu' cose dovrei postare cio' che ho scritto poco fa nel diario ma sfortunatamente non posso e sai il motivo. Se mi metto a scrivere il post ora cosi come scrivo qursto commento, probabilmente finisco domani mattina.
      Appena risolvo il problema del pc, posto qualcosina.
      Per quel che riguatda il suicidio, penso che una persona completamente confusa e depressa non pensera' molto a cosa ci sia dopo la morte, ma vorra' semplicemente finire la proria sofferenza. Il fatto e' che per fortuna quelli stati non mi hanno ancora dominati del tutto o almeno sono riuscito a rendermi conto dell'errore.
      Jan

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    5. Io sono stato depresso, e non per modo di dire. Può essere che ho avuto delle depressioni di tipo diverso, ma non credo che sia per questo che facciamo ragionamenti leggermente diversi. Il discorso è complesso. Magari ne parleremo in un momento più consono.

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  2. PS.
    Dimenticavo... Il motivo per cui mi interesso a te non ha a che vedere con eventuali punti di contatto con me. Forse (sicuramente) c'è qualcosa di grosso quanto banale e ovvio che non hai ancora compreso sulla natura umana.

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