Cerca nel blog

18 settembre 2013

I privilegi femminili

E' da decenni che si sente parlare di patriarcato, maschilismo e privilegi maschili. Sfido chiunque nel dimostrare che anche le donne hanno i loro privilegi. Il fatto è che questi esistono ma nessuno vuole ammetterlo.

[donna sorridente con tatuaggi sulla mano destra e con la lingua che lecca le sue labbra]

Quali sono i privilegi maschili. La maggior parte direbbe sicuramente il fatto che non fanno i lavori di casa. Un esempio alquanto stupido e superficiale, poichè nei giorni d'oggi di uomini occidentali e non solo che praticano le facende domestiche ce ne sono eccome. A questo punto si vorrà rispondere che nel passato non li facevano. Ci credo, per la bontà divina. Se il marito si spaccava il culo al lavoro, mancava che lo facesse anche a casa. Le mogli fuori casa evidentemente lavoravano di meno, altre per niente. E' più che sensato pensare che a loro rimaneva il lavoro domestico.

La logica dominante purtroppo è questa: qualunque cosa succede alle donne, qualunque torto loro subiscono e qualunque problema hanno, tutto ciò sarà sempre frutto della colpa maschile a prescindere. Questo è il risultato delle teorie femministe che negli anni hanno contribuito pestaggio morale anti-maschile.

Sarebbe il caso di elencare alcuni dei privilegi femminili. Di questi se ne possono trovare veramente tanti, preparatevi per l'elenco che vi farò.

Eccoli qua: meno responsabilità nel dover prendere decisioni, più libertà emotiva e quindi, meno pregiudizi da parte degli altri, essere giustificate quando si fanno certe cose solo perchè si è femmine, poter piangere in pubblico senza subire lo stesso trattamento che subisce un uomo che piange ed in genere quando esprime le emozioni, avere la precedenza a sedersi in posti pubblici, avere organizzazioni e servizi destinati esclusivamente alle donne (come ad esempio il 1522, i centri antiviolenza, i corsi di autodifesa, viaggi per sole donne, treni rosa e molto altro), legge contro il "femminicidio", avere praticamente l'immunità di compiere reati se si tratta di ammazzare il bambino o il marito con la scusa della depressione e delle mestruazioni, poter colpire un uomo e non ricevere manco una risposta di forza equivalente, andare di sera o di giorno in un bar aprendo soltanto le gambe per avere un po' di vicinanza intima e sesso, fare la finta ubriaca scopandosi 3-4 uomini e poi denunciarli per stupro, avere a disposizione parcheggi rosa dove solo le donne parcheggiano le auto, ottenere dopo il divorzio il mantenimento dell'ex, la casa e la macchina anche se per quelle durante il matrimonio non ha speso un soldo, avere nel 99% dei casi il bambino dopo il divorzio e quindi anche i beni già citati, essere mantenute dall'ex anche se non si ha il bambino.

Come ho già detto, i privilegi femminili non sono pochi e nemmeno sarebbero banali. Molti argomenterebbero che alle femmine si dovrebbe dare quel che si meritano, visto che sono donne. Certo, per esserlo basta infatti la vagina tra le gambe per meritarsi tale trattamento. Veramente poco e vergognoso direi.
"Uomini e donne si diventa, non si nasce." (cit. anonima)

Ecco cosa dice Rino Della Vecchia al riguardo dei privilegi femminili. Un citato dal libro "Questa metà della terra":

L'avvento della carriera
Sin quando i mariti uscivano di casa per recarsi nei cantieri, nelle ferriere, nei porti e nelle cave o come braccianti a giornata a nessuna donna poteva passare per la testa l’idea di rivendicare il diritto di fare altrettanto e quelle che ne erano costrette, per la scarsità del reddito maschile, si auguravano mille volte di poter starsene a casa a badare ai figli anziché dover entrare nelle orribili filande o andare a rompersi la schiena nelle risaie. Nessuna poteva denunciare di essere “relegata in casa” “sfruttata e dipendente dal marito”. Nessuna mondina ha mai invidiato il marito agli altiforni, invidiava, come è ovvio, le casalinghe; nessuna di esse mai ha sognato di poter competere con lui nel provvedere al reddito familiare e questa condizione non era minoritaria ma estesa a livello di massa. Ancora nel 1950 il 42,2% degli occupati lavorava in agricoltura (all’inizio degli anni Trenta la quota sfiorava il 50) mentre il 32% lavorava nell’industria e cioè nelle fabbriche, che erano ben altra cosa da quelle attuali, e nei cantieri dove le donne non hanno mai messo piede. Trascuriamo le miniere nelle quali persero la vita milioni di uomini e fuori dalle quali decine di milioni ansimarono per anni prima di morire anzitempo soffocati dalla silicosi.In queste condizioni il termine "carriera" riferito alle attività dei mariti suona semplicemente inconcepibile, se non oltraggioso, ed il suo uso provocatorio e beffardo per quelle generazioni di uomini che hanno pagato con la morte prematura il prezzo di quella svolta che doveva condurre le donne a rivendicarne il diritto. Solo nel secondo dopoguerra la casalinga americana, salutando dal bovindo della villetta in suburbia il marito che rispondeva con il clacson dalla Buick, solo allora si avvide, e giustamente, che una nuova era si apriva e che anche lei poteva andare là, nel mondo delle professioni impiegatizie, a guadagnare per sé quel che il marito guadagnava per entrambi. Quando la maggioranza dei maschi incominciò finalmente a guadagnarsi il pane senza fatiche e senza rischi per la salute e per la vita, allora e solo allora, come d’incanto, nacque il “diritto femminile alla carriera”. Con ciò l’epoca dell’indipendenza dal reddito maschile si apriva, come prospettiva, come stato prossimo a venire per tutte le donne occidentali, ma restava ancora una dipendenza irrimediabile, di cui, all’epoca, non si poteva nemmeno sognare la fine, quella connessa alla riproduzione.

Ecco cosa vi dico, care donne del 21-o secolo. La prossima volta che affermate(o vi lamentate) di essere discriminate, trattate come delle bambine e mai prese sul serio, domandatevi, per quale motivo succede tutto ciò. Avendo più privilegi dei bambini, degli anziani e dei disabili, ci credo che sarete trattate a parità di persone incapaci di intendere e di volere. Domandatevi pure se sono stati questi i diritti per cui molte di voi hanno lottato nel '68 e negli anni successivi. Chiedetevi se ne sia valsa la pena. Ragionate se magari per colpa di quelle donne oggi siete ridotte così male. Non meritate più la cavallerie, la precedenza e il rispetto maschile perchè avete perso la femminilità e non siete degne di ciò. Fossi in voi, inizierei a ragionare, non con la vagina ma con la testa.

Fonti:
Gli enormi privilegi dell'essere donna

13 commenti :

  1. Si sa però che i mariti delle mondine passavano le loro giornate al casinò di San Remo e che i minatori di Marcinelle invece avevano trovato il modo per stare un po' lontani dalle suocere con quell'hobby della speleologia, per sporcarsi di nero infilandosi nelle buche e far così dispetto alle mogli.

    In realtà pure i 50 mila soldati morti in 12 ore di battaglia a Canne, erano dei privilegiati.

    Sempre a giocare... sempre perdere tempo con quelle ridicole invenzioni: la radio, la lavatrice, il frigorifero, il diritto, la medicina....

    ...e tutto con un solo neurone pure stanco: perché si sa, che i maschi pensano ad una cosa sola.

    :)

    Carlo

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Le femministe ed i maschietti pentiti troveranno sempre quello che cercano, ossia in questo caso: i privilegi maschili ed il vittimismo femminile.

      E' una vergogna.

      Elimina
    2. E' più che logico rendersi conto che un essere con un solo neurone, cioè il "maschio" come dici non saprebbe mai fare tutte quelle cose visto che ne ha solo uno.

      Sai, è un po' come la storia degli ebrei che raccontavano i nazisti: dicevano che erano sporchi, poveri e portavano malattie ma nello stesso tempo si dicevano che erano dei ricchi che stavanno conquistando il mondo.

      Un non-senso ideologico.

      Elimina
  2. Ciao, ho letto l'articolo sopra e per quel che mi riguarda penso che nei giudizi espressi ci sia un pochino di confusione nel ruolo della donna e dell'uomo.
    Per natura l'una e l'altro sono stati fatti o si sono evoluti solo per uno scopo preciso: avere dei figli e permettere che il patrimonio genetico dei due possa procedere nel corso della vita.
    Tutte le altre questioni di carattere sociale, economico ed emotivo vanno in secondo piano, o meglio devono essere viste sotto una luce diversa, perché i due sessi hanno subito tutte le variazioni nel corso dei secoli per adattamenti sociali, psicologici ed educativi.
    In questi ultimi 150 anni, dalla rivoluzione industriali in poi, la figura della donna si è sempre imposta e non per una parificazione, ma per una valore che più prosaico non si può: denaro!
    Il picco della rivoluzione "sessuale" si ebbe tra gli anni 60 e 70 ad opera di alcuni in Francia, Inghilterra e Usa: la donna doveva essere considerata alla pari dell'uomo in tutto. Così la vediamo nei mestieri più bizzarri (pompiere, muratore, fabbro, necroforo ecc.ecc.) tanto che un giorno mi capitò di vedere una croce verde con una donna che doveva alzare una barella di un incidentato di oltre 90 KG e non riuscendoci lo fece addirittura cadere a terra.
    Ma a parte queste chicche di parità, a mio giudizi assurde, il punto cruciale, come dicevo è esclusivamente di carattere economico.
    Se andiamo a vedere chi promuoveva la liberazione della donna scopriamo che sono alcuni personaggi della sinistra europea strettamente legati con gli ambienti finanziari e con i grandi gruppi economici. Da queste si può desumere senza sbagliare una considerazione: negli anni 70 e più precisamente nel 1973 ci fu la più grande crisi economica mondiale dovuta all'aumento inaspettato del prezzo del petrolio. L'energia non era più a buon mercato e per l'industria, il commercio la costruzione del costo del prodotto vedeva il prezzo energetico come un elemento destabilizzante. Inoltre, per contro, le continue richieste salariali avevano portato il costo della manodpera a livelli molto alti. Bisognava trovare una soluzione e questa era a portata di mano in tutto il mondo occidentale.
    C'era un enorme serbatoio di persone che da sfruttare a prezzi bassi: le donne!
    Da allora la voce del femminismo, che era la voce del padrone mascherata, produsse i danni che vediamo continuamente. Danni che non devono essere confusi con il potere del maschio su quello della femmina, ma che hanno portato, alla fine, allo smebramento delle famiglie, dell'educazione e delle tradizioni.
    Tutto questo non è un evento isolato ma collegato e legato in misura stretta con le élite massoniche, il cui vero obbiettivo è la distruzione dell'attuale società per ricostituirne una secondo di benessere diffuso controllato e mantenuto secondo le regole loro.
    Questa non è una conclusione fantascientifica, ma la realtà che ci circonda da almeno due secoli e mezzo.


    RispondiElimina
  3. Eh sì, certo che l'emancipazione femminile non fece altro che dei favori alla globalizzazione. Vedi ad esempio il diritto al fumo delle donne - Il fumo e l'emanzipazione femminile. Non servì ad altro che aumentare il consumo delle sigarette, anche se in fondo tutta quella cerimonia si etichettava come "Ora anche le donne possono fumare!". Ma per piacere... XD

    "Il picco della rivoluzione "sessuale" si ebbe tra gli anni 60 e 70 ad opera di alcuni in Francia, Inghilterra e Usa: la donna doveva essere considerata alla pari dell'uomo in tutto."
    Concordo sul fatto che l'emancipazione in quegli anni ebbe scopi economici, la cosa che scrivi di seguito è una contraddizione, ma anche una stupidaggine perchè non avverrà mai.

    "Danni che non devono essere confusi con il potere del maschio su quello della femmina, ma che hanno portato, alla fine, allo smebramento delle famiglie, dell'educazione e delle tradizioni."
    I danni di cui parlano molte femministe non sono prodotti dagli uomini ma dal sistema in cui viviamo. E non è nemmeno quel sistema patriarcale che molti citano. Il patriarcato difendeva le donne e le proteggeva.

    "...il cui vero obbiettivo è la distruzione dell'attuale società per ricostituirne una secondo di benessere diffuso controllato e mantenuto secondo le regole loro."
    Qua non faccio altro che quotarti. Il femminismo di per sè è una piccola parte dell'ordine mondiale che non fa altro che fare finta di liberare le donne (liberare da cosa?), facendole pensare che la loro situazione (di madri) sia una situazione di subordinazione. Ma se anche la più stupida persona del mondo può rendersi conto che facendo lavorare anche le donne, non si fa altro che tassare anche loro e allontanarle dai bambini, privando questi stessi dell'amore materno.

    Lo scopo del femminismo, del fascismo, del comunismo e di qualsiasi altro "-ismo" è di dividere gli esseri umani gli uni dagli altri, privarli dalla loro famiglia e quindi dalla loro forza di reagire, di ribellarsi contro le ingiustizie.

    RispondiElimina
  4. Mi ricollego a quello che avevo detto in commenti precedenti:
    L' equazione dominante/dominato non era tanto dipendente dal sesso, ben si dalla classe sociale.
    Gli interessi di una donna della classe operaria sono ben diversi da quelli di una donna dalla classe borghese ( anche fra gli uomini) quindi mi ho sempre un riso amaro quando sento parlare di solidarietà femminile, senza contare che le care femministe, ci tengono cosi tanto a valorizzare le donne che non appena una di loro osa contraddirle anche con argomentazioni logiche, non esitano a darle addosso.
    Io mi sono beccata della "Schiava del patriacarcato".
    Si certo.
    Vabbeh, suppongo che mi è andata bene, dato che un mio amico si è beccato del "Misogino" solo perchè OSO' dire che le donne hanno più muscoli sulle gambe che sulle braccia perchè sono fatte per portare in grembo un figlio ( cosa che non solo non è falsa, ma non è neanche insultante. O almeno, io non ci vedo sta misoginia, mica ha detto che facevano schifo).

    Però Jan, devo dire un' altra cosa: non pensare che i centri antiviolenza facciano sto granchè. Da quello che ho potuto vedere, per esperienza personale, i professionisti di quelle comunità stanno tutto il giorno su Facebook e si occupano poco e niente degli "ospiti" ( fanno tutto i volontari).
    In Canada addirittura, è saltato fuori che gli alloggi per donne in difficoltà sono praticamente vuoti, tuttavia continuano a chiedere fondi allo stato, senza contare che molte donne iREALMENTE in difficoltà, mettono il piede li e poi scappano a gambe levate

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Eh già, Giulia. Se c'è qualcuno che è schiavo, sono in primis quelli che nei giorni d'oggi sostengono un'ideologia con radici razziste - le femministe ed i loro cagnolini che tengono al guinzaglio - i maschi pentiti. E sai qual è la cosa che mi fa più ridere? Il fatto che si considerino anticonformisti. Questo ormai quando persino lo stato inizia a sostenere il femminismo, pensa che addirittura certi comuni italiani iniziarono a protestare scrivendo "il comune XXX è contro il femminicidio". Ma quale femminicidio, quale massacro, quale oppressione? Le primi vittime di violenza sono gli uomini, sia dal punto di vista quantitativo che di gravità.

      A me molte volte hanno dato del misogino, del maschilista... addirittura alcuni miei familiari. Io comunque continuo a non mollare.

      I centri antiviolenza? Credo che l'unico "bene" che fanno è la misandria che generano di giorno in giorno per le donne che amano provare rancore verso gli uomini. Quelle che purtroppo subiscono le violenze, raramente ci vengono lì, poichè sanno benissimo di cosa si tratta: di pagliacci, di misandriche e femministe di merda che non fanno altro che recitare scene ben pianificate di fronte al pubblico che ascolta. Vengono fatti anche spettacoli contro la violenza sulle donne e tanto altro. Ad alcuni ho assistito personalmente. Mi limito a parlare di questo perchè su altro ci sarebbe tanto da dire. Al massimo ti posso dare un link, così capisci meglio di cosa parlo:
      Le scarpe rosse e l'ipocrisia di chi le indosserà - esempio di come "si lotta" contro la violenza sulle donne.

      E' stato un piacere vederti passare qui. Spero da te sia tutto bene.

      Jan

      Elimina
    2. In realtà il femminicidio, inteso come "l' uccisione di una femmina perchè è femmina" esiste:
      è l' aborto selettivo sui feti di sesso femminile.
      Ma chissa come mai non sento nulla al riguardo, negli spettacoli contro la violenza sulle donne non ne ho mai sentito parlare... mostrano solo scontri inverosimili ( fanno quasi ridere ormai, talmente sono caricati) e motivazioni ben lontane dal reale.
      Il marito torna a casa, trova la moglie con l' amante e ammazza tutti e due.
      Ovvio che il marito ha torto, ma non è che ha ammazzato la moglie perchè è donna!
      Ma no, ovviamente. no, gli fanno dire " Tu mi appartieni, devi stare in cucina"...ma per favore.
      Riguardo alle violenze in generale, anche li, il fatto che si svolgano per la maggior parte nell' ambiente famigliare è tutto da discutere, ma vabbeh, occuperei tutta la pagina.

      Elimina
    3. Esiste comunque differenza tra femmicidio e femminicidio, ed è normale che ci sia. Secondo me ci vuole veramente poco per confondere questi due termini: proprio quel che viene fatto dai media. Si tende quindi ad ingigantire il fenomeno e renderlo più importante degli altri. Le morti femminili diventano di serie A quando le altre di serie B. Se esiste l'aborto selettivo sui feti di sesso femminile, questo esiste anche sui feti di sesso maschile.
      Jan

      Elimina
    4. REWIND: sono andata a vedere su Wikipedia, non avevo capito un tubo ;).
      Ho confuso il femminicidio con il femmicidio.
      La definizione di femminicidio è volutamente ambigua, cosi per agitar le acque ancora un pò

      Elimina
    5. La parola femmicidio può essere tranquillamente manipolata e trasformata nella parola femminicidio. Semplicemente sfruttando casi come quello già elencato da te ad esempio: l'uomo arriva a casa e ammazza la moglie perchè la becca con l'amante. Avrà sicuramente sbagliato, non c'è dubbio, ma le femministe avranno sempre qualcosa da dire: "No, ma se fosse stato l'uomo nel posto suo, la moglie avrebbe reagito diversamente. Le donne non hanno tali privilegi. Le donne sono meno stronze, ecc... ed è tutta colpa di questo mondo maschilista."

      Hai mai sentito parlare di macchine maschiliste? Io sì. Sai, ci sono stati casi in cui un certo numero di donne sono finite in incidenti stradali in macchina e sono morte. Secondo te, cosa hanno scritto nei giornali e annunciato in TV. Hanno creato il mito delle macchine "maschiliste" perchè queste sono più adatte agli uomini. Non sto raccontando delle fiabe, è successo davvero, qui in Italia. Non mi ricordo esattamente dove l'ho letto, ma ti basta fare qualche ricerca su google scrivendo "macchine maschiliste" e troverai qualche articoletto a riguardo. Prova a renderti conto che perfino degli incidenti stradali si vuole dare la colpa all'uomo, a questo orribile e disumano mondo maschilista, patriarcale, pieno di maschi violenti, rozzi, maleducati ed egoisti e femmine innocenti, vittime e superiori !?

      Non so quando queste pecore avranno un po' più di materia griggia e inizieranno a ragionare con la proprio testa senza parlare con gli slogan.

      Jan

      Elimina
  5. aahh dunque l' incidente che ho fatto la settimana scorsa non era un tamponamento dovuto all' imprudenza di un anziano alla guida...sono stata vittima di femminicidio senza saperlo!

    L' anno scorso una mia amica ha aperto la portiera e ha colpito una ragazza in bici. Anche lei è una maschilista che colpisce le donne?
    No, tanto per sapere...

    RispondiElimina

NOTA IMPORTANTE:
Firmarsi è segno di educazione!