Non ho mai saputo definirmi forte o debole. Sono però riuscito a ricevere complimenti o al contrario critiche. Qualcuno può dire che sono: forte, intelligente, coraggioso; mentre l'altro che sono: vigliacco, arrogante ed insensibile.
Non so se è il periodo dell'anno a farmi sentire così come mi sento, ossia menefreghista ed insensibile. Non so se lo sono davvero e non mi va di cercare giustificazioni. Ricordo che quando tentai il suicidio, sono stato ricoverato e alla dimmissione mi scrissero: disturbo dell'adattamento. A questo punto mi chiedo, ma cos'è che mi rende spesso così incapace di accettare la vita per com'è? Il mio carattere, il mio malessere, la mia debolezza o forse la mancanza di coraggio.
Non so se è il periodo dell'anno a farmi sentire così come mi sento, ossia menefreghista ed insensibile. Non so se lo sono davvero e non mi va di cercare giustificazioni. Ricordo che quando tentai il suicidio, sono stato ricoverato e alla dimmissione mi scrissero: disturbo dell'adattamento. A questo punto mi chiedo, ma cos'è che mi rende spesso così incapace di accettare la vita per com'è? Il mio carattere, il mio malessere, la mia debolezza o forse la mancanza di coraggio.
Ci sono momenti in cui pare che non riesca a sentire nulla a parte il vuoto, e qualunque cosa come il sorriso, il saluto, il perdono o il chiedere scusa a qualcuno mi sembrano delle forzature, qualcosa di falso ed innaturale per me. Non riesco a tenere conto del male che posso fare con le parole agli altri, sopratutto quando sono questi i primi ad iniziare a farmelo. A volte ho voglia solo di una cosa: non esistere più. Infatti mi capita di prendere delle dosi esagerate di farmaci che mi sono stati prescritti sperando di potermi riposare finalmente. A volte funziona, le altre no. Anche i sedativi, i calmanti e gli ansiolitici sono delle droghe. E' vergognoso dirlo ma non volendo accettare la realtà, ho il desiderio di drogarmi con qualcosa, anche se non sono mai stato un drogato. A volte lo faccio col cibo, le altre (come ho già detto) con le medicine.
Quando l'esistenza inizia a sembrare una prigione, tutto quel che si desidera di fare è chiudere gli occhi e non svegliarsi più. Lo so, lo so che può far male leggere quel che scrivo in questo momento, sopratutto a quelli che mi sono vicini, ma non ho le forze di comprenderlo, non lo sento, non posso rendermi conto del dolore che gli altri provano. Queste cose sono abbastanza strane perchè in passato molte volte mi sono definito sensibile ed empatico, ma non lo sono in questi momenti.
Perchè scrivo tutto questo? Per terapia? Per non fare quella famosa stronzata dicendo addio a tutti e a tutto? E chi sa se è una stronzata? Ormai tutto è relativo. Alcuni dicono che ci troviamo nel matrix, gli altri invece credono che la vita sia un dono prezioso che va rispettato. Forse sarò ingrato, ma la vita non mi sembra un dono. Non credo che un essere umano che oggi è sottoposto a prove di sofferenza, forza, resistenza e fede sia contento del fatto che più del 50% di ciò che prova è solo dolore! Come definire queste persone? Forti o cieche? Non lo so. E non so neppure che cosa sono io?! Potrei essere cinico, depresso, ma anche consapevole (troppo) di ciò che succede in questo mondo di merda.
Cos'è il coraggio? Continuare a vedere come andrà a finire o finire tutto per smettere di vivere in schiavitù? E' inutile negarlo, perchè siamo tutti schiavi! Non esiste la libertà, non esiste la felicità! E' tutto finto! Non posso chiedere scusa a nessuno per ciò che sento e vedo!
Mi ritrovo in tutto quello che hai scritto
RispondiEliminaAntonella
Ritrovarsi in tutto credo sia assai improbabile...
EliminaOgnuno di noi nel corso della vita è tante cose. Ci sono momenti in cui si è empatici, altri in cui si è menefreghisti. Anche la forza e la debolezza si alternano continuamente.
RispondiEliminaCredo di comprendere bene come ti senti perché, anche se non ho mai tentato il suicidio, mi è capitato tante volte di sentire quel vuoto, quell'inutilità del tutto, quel desiderio di chiudere gli occhi per sempre.
Io penso che siamo in questa vita perché il nostro spirito deve imparare delle lezioni.
Quindi cerco di imparare il più possibile, da ogni cosa che mi capita, anche la più spiacevole.
Il bello dell'andare avanti, forse il senso dell'andare avanti, è proprio l'evolversi, il cercare di elevarsi spiritualmente il più possibile. Perché questo ti permette di guardarti indietro e pensare "come ero diverso, come ero immaturo" e ti da una visione del passato che non avresti avuto se tutto fosse finito in quel momento, per quanto difficile fosse da attraversare.
Cerca di ritrovare il gusto per le cose piccole, per le cose scontate. E da lì che si comincia ad intravedere la bellezza della vita.
Un saluto e tanti auguri di buona Pasqua... che, guarda caso, è una festa dedicata alla rinascita.
Questo desiderio di andar avanti ad ogni costo lo si ha grazie alla grinta. Purtroppo non sempre ce l'abbiamo, a volte mancano le energie pure per tenere aperti gli occhi, figuriamoci per essere ottimisti.
EliminaSì, sicuramente le esperienze servono a tanto, ma spesso sembra (almeno per me) che la vita continui ad avere lo stesso colore, lo stesso odore, lo stesso suono.. e tutte queste caratteristiche sembra che non cambino.
Grazie degli auguri, ricambio.