Talvolta ci sono momenti in cui non ho nemmeno un pizzico d'ispirazione o
motivazione per scrivere e riflettere. Allora mi chiedo se tutto quel
tempo che avevo quella scintilla ero un illuso, un falso, un ipocrita o un vigliacco, ed ora riesco a percepire come le cose stanno davvero. In questo periodo mi sembra di capire tutto, anzi, troppo di quel che mi succede e che mi circonda. I pensieri che mi assalgono mi fanno letteralmente impazzire.
Uno dei motivi dell'esistenza di questo blog è stato il desiderio di studiare me stesso ed i miei pensieri, cercando di essere il più sincero possibile ogni volta che scrivevo una frase, un articolo o un racconto. Ma andando avanti mi sono reso conto che corrompo la mia essenza e che sto deviando dalla strada che seguivo prima. Credo che la maggior parte delle cose che scrivo siano inutili, vuote, piene di riflessioni che in fin dei conti non servono a molti. Faccio fatica a capire chi sono davvero e cosa sono tutti quei pensieri che spesso ho in testa. Mi rendo conto che per molto tempo, senza capire, ho vissuto nell'illusione, nell'incapacità di capire chi o cosa sono. Parecchie volte quando mi esprimo creo un'immagine di quel che vorrei o potrei essere. Lo so, è difficile capirlo ma in questo momento mi viene da dire che sono una nullità. Non ho idea di come si possa chiamare questo mio stato; crisi d'identità o comprensione della cruda realtà.
Mi rendo conto che quando cerco di usare parole particolari per esprimere qualcosa, magari per rendere interessante la lettura, per correggere gli errori ortografici che faccio, per far apparire il testo attraente e piacevole da leggere, non faccio altro che creare un qualcosa, forse d'immaginario e proiettarlo nella realtà anche se questo non esiste. Io non esisto. Non ho avuto successo in nulla. Non conosco bene la storia per parlare di eventi successi in passato. Non approfondisco molto mentre studio e mi rendo conto che quasi sempre la causa era la mia ansia e la mia depressione. E pure queste cose ora mi sembrano delle scuse. Ormai è difficile capire che cosa ero davvero e che cosa sono ora. Sono un fottuto ignorante che a scuola non studiava, spesso per pigrizia, le altre volte per i suoi disagi mentali, non importa tanto perchè, importa che lo sono stato e mi sento in colpa di fingere di essere più di quel che non sono. Viviamo nella finzione perchè desideriamo essere qualcuno. Io non sono un maestro, non sono un guru, non sono un professionista, non sono un insegnante, non sono un messia, non sono forse nemmeno una persona consapevole, e per questo mi dispiace profondamente.
Ogni volta che scrivo mi rendo conto di non capire il motivo per cui lo faccio. Forse fingo per far parte di un sistema, quindi, per sentirmi integrato, anche se è la diversità ciò che ho sempre sostenuto. Ho sempre lottato con anticonformismo e mi ritrovo a cercare di rendere conforme me stesso alla massa, a qualcosa o a qualcuno? Sto cercando di usare me o qualcun altro come prototipo? Perchè lo faccio, per far sì che gli altri mi leggano o mi seguano? Per sembrare intelligente e corretto? Per dimostrare a me stesso di essere qualcuno? Per la speranza di poter guadagnare un giorno in questo modo? Io ho perso il senso del perchè scrivo e rifletto! Ho perso me stesso! Ho forse perso la mia identità.
No, i pochi libri che ho letto e quelli che ho iniziato a leggere senza finirli non cambieranno quel che sono e non sono. Anche il fatto di ricordarmi di Pirandello ora non mi dovrebbe far apparire saccente perchè non lo sono, e se non fosse stato per la scuola, forse non lo avrei neanchè letto. I film che ho visto non possono mutare quel vuoto che ho dentro. La mia istruzione e le mie abilità non possono cambiarmi radicalmente fino a tal punto da rendermi qualcuno. Perchè continuo a vivere nell'illusione di essere appunto qualcuno, ma mi rendo conto di non essere nessuno.
Temo che nemmeno questo mio sincero sfogo possa essere tale fino in fondo. Riguardo quel che ho scritto per vedere se l'ho scritto bene e questo dimostra che ho paura di essere diverso e di sbagliare. Mi darebbe fastidio se qualcuno mi dicesse "Bravo, hai capito delle cose molto importanti! Ma questo non è solo un tuo problema, è il problema di molti! Tu sei un grande perchè lo capisci!". No, non lo sono. E' questo che mi corrompe e mi trasforma in ciò che non voglio essere, o forse sì. Già, non capire più chi sei davvero è una crisi, in un mondo pieno di corruzione dove siamo corrotti anche noi.
Uno dei motivi dell'esistenza di questo blog è stato il desiderio di studiare me stesso ed i miei pensieri, cercando di essere il più sincero possibile ogni volta che scrivevo una frase, un articolo o un racconto. Ma andando avanti mi sono reso conto che corrompo la mia essenza e che sto deviando dalla strada che seguivo prima. Credo che la maggior parte delle cose che scrivo siano inutili, vuote, piene di riflessioni che in fin dei conti non servono a molti. Faccio fatica a capire chi sono davvero e cosa sono tutti quei pensieri che spesso ho in testa. Mi rendo conto che per molto tempo, senza capire, ho vissuto nell'illusione, nell'incapacità di capire chi o cosa sono. Parecchie volte quando mi esprimo creo un'immagine di quel che vorrei o potrei essere. Lo so, è difficile capirlo ma in questo momento mi viene da dire che sono una nullità. Non ho idea di come si possa chiamare questo mio stato; crisi d'identità o comprensione della cruda realtà.
Mi rendo conto che quando cerco di usare parole particolari per esprimere qualcosa, magari per rendere interessante la lettura, per correggere gli errori ortografici che faccio, per far apparire il testo attraente e piacevole da leggere, non faccio altro che creare un qualcosa, forse d'immaginario e proiettarlo nella realtà anche se questo non esiste. Io non esisto. Non ho avuto successo in nulla. Non conosco bene la storia per parlare di eventi successi in passato. Non approfondisco molto mentre studio e mi rendo conto che quasi sempre la causa era la mia ansia e la mia depressione. E pure queste cose ora mi sembrano delle scuse. Ormai è difficile capire che cosa ero davvero e che cosa sono ora. Sono un fottuto ignorante che a scuola non studiava, spesso per pigrizia, le altre volte per i suoi disagi mentali, non importa tanto perchè, importa che lo sono stato e mi sento in colpa di fingere di essere più di quel che non sono. Viviamo nella finzione perchè desideriamo essere qualcuno. Io non sono un maestro, non sono un guru, non sono un professionista, non sono un insegnante, non sono un messia, non sono forse nemmeno una persona consapevole, e per questo mi dispiace profondamente.
Ogni volta che scrivo mi rendo conto di non capire il motivo per cui lo faccio. Forse fingo per far parte di un sistema, quindi, per sentirmi integrato, anche se è la diversità ciò che ho sempre sostenuto. Ho sempre lottato con anticonformismo e mi ritrovo a cercare di rendere conforme me stesso alla massa, a qualcosa o a qualcuno? Sto cercando di usare me o qualcun altro come prototipo? Perchè lo faccio, per far sì che gli altri mi leggano o mi seguano? Per sembrare intelligente e corretto? Per dimostrare a me stesso di essere qualcuno? Per la speranza di poter guadagnare un giorno in questo modo? Io ho perso il senso del perchè scrivo e rifletto! Ho perso me stesso! Ho forse perso la mia identità.
No, i pochi libri che ho letto e quelli che ho iniziato a leggere senza finirli non cambieranno quel che sono e non sono. Anche il fatto di ricordarmi di Pirandello ora non mi dovrebbe far apparire saccente perchè non lo sono, e se non fosse stato per la scuola, forse non lo avrei neanchè letto. I film che ho visto non possono mutare quel vuoto che ho dentro. La mia istruzione e le mie abilità non possono cambiarmi radicalmente fino a tal punto da rendermi qualcuno. Perchè continuo a vivere nell'illusione di essere appunto qualcuno, ma mi rendo conto di non essere nessuno.
Temo che nemmeno questo mio sincero sfogo possa essere tale fino in fondo. Riguardo quel che ho scritto per vedere se l'ho scritto bene e questo dimostra che ho paura di essere diverso e di sbagliare. Mi darebbe fastidio se qualcuno mi dicesse "Bravo, hai capito delle cose molto importanti! Ma questo non è solo un tuo problema, è il problema di molti! Tu sei un grande perchè lo capisci!". No, non lo sono. E' questo che mi corrompe e mi trasforma in ciò che non voglio essere, o forse sì. Già, non capire più chi sei davvero è una crisi, in un mondo pieno di corruzione dove siamo corrotti anche noi.
Se tu fossi una nullità come tu ti definisci,xchè siamo qui a leggerti?Pensi forse x le parole "importanti" che usi?O x cercare errori di ortografia? O ancora forse xchè i tuoi pensieri sono simili a tanti altri?
RispondiEliminaParlo x me: io ti leggo xchè attraverso i tuoi pensieri,le tue riflessioni e le tue domande riesco a riflettere su cose che prima nn mi passavano neanche x la mente,ti leggo xchè le tue ansie e le tue insicurezze nn mi fanno vergognare delle mie,ti leggo xchè la tua sete di conoscenza e il tuo sentire il bisogno di migliorarti mi danno la motivazione di poter anch'io farlo e soprattutto ti leggo x la tua grandissima onestà intellettuale,xchè sei di una sincerità fuori dal comune..sei oserei dire "cristallino",in poche parole sei " Jan "..se ti pare poco...nn saprei :)
Ora dimmi sei ancora convinto di nn essere nessuno?
LO!
Perchè le persone hanno bisogno di una guida, qualcuno che dica a loro come stanno le cose. Sì, credo che i miei pensieri siano simili a quelli di tanti altri, ma ho paura di andare nella direzione sbagliata e approfittarmi di quel mio "saper capire gli altri".
EliminaMi fa piacere Lorella se ti piace leggermi, ma questo è anche un tuo merito, sei anche tu a capire e riflettere su ciò che scrivo. Io sono solo colui che a seconda della propria esperienza cerca di svegliare gli altri e forse in fondo sopratutto me stesso.
Io penso che nella vita non importa tanto "essere qualcuno", e lo dico perché anche io ho provato cosa significa sentirsi come ti senti tu.
RispondiEliminaMolto probabilmente io sono messo peggio di te, chi lo sa.
D'altronde chi intraprende la via dell'anticonformismo non potrà mai essere come gli altri, quindi è assurdo prendere appunto gli altri come termine di paragone. Noi siamo individui ancor prima che collettività ed è giusto anche che ogni individuo abbia il diritto di essere diverso dagli altri. Non importa cosa una persona sa o non sa fare, l'importante è fare la nostra parte, secondo quanto possiamo fare. Non mi stancherò mai di dirlo.
La vita non è un dono, ma è fatta per essere donata.
Prima o poi dovremmo comunque restituirla, quindi non ha molto senso vivere per se stessi...magari pensando che la cosa possa durare in eterno.
Alla fine siamo tutti delle nullità se ci paragoniamo all'Universo, ma se invece ci focalizziamo sulla nostra piccola realtà ci possiamo rendere conto che c'è tanto da fare e tanto può essere fatto. Su piccola scala ogni individuo può fare la differenza, ed è su quella che dovremmo concentrarci. Certo, a parole sembra tutto facile... però sono ben consapevole che in realtà non lo è.
Non bisogna lasciare che certi pensieri si impossessino della nostra mente, dobbiamo lottare... ma giustamente senza un qualcosa per cui lottare non lo si può davvero fare. Se non c'è nulla per cui lottare, allora dobbiamo trovare qualcosa che ci spinga ad andare avanti.
Dobbiamo mettere a tacere tutti quei pensieri che si generano e si auto-alimentano nella nostra mente.
"Sei una nullità!" -----> "No, io non sono una nullità"
"Non sei capace di fare niente!" ------> "Non importa, quel che posso faccio."
"Sei sbagliato!" -----> "Nessuno è perfetto ed io non cerco la perfezione"
Ecc...
Vedrai che se riesci a combattere questi chiamiamoli "demoni" interiori, una volta che ne sarai uscito diventerà tutto leggermente più facile.
Forza e coraggio...
Alessandro.
Grazie Alessandro. Il fatto è che ho perso lo scopo per cui scrivo, non capisco più perchè lo faccio.
EliminaIo sono d'accordo con quel che scrivi ma quel che dice il post rispecchia esattamente quel che penso, forse da un'ottica troppo critica nei miei stessi confronti. Io penso troppo, e credo che questo sia un problema quanto un pregio.
Certo, bisogna accettarsi per quel che si è.
Buona fortuna anche a te allora
Tu hai perso lo scopo per cui scrivi. Noi migliaia non abbiamo perso quello per cui leggerti. Stai sicuro che stai influenzando qualcuno nel essere più profondo. Qualcuno leggendoti si sente meno solo nel suo modo di essere.
EliminaMigliaia non penso proprio :D
EliminaGrazie comunque delle belle parole..
Jan non c'è uno scopo nello scrivere, anch'io quando dopo anni ho ripreso a farlo, pensavo fosse per dimostrare a qualcuno quanto lo amavo! Poi col tempo mi sono ricreduta, e lo scrivere mi sono resa conto che è spontaneità. Mi dirai ma se correggi gli errori, allora ti chiedo se vai a carrere con le scarpe slacciate che cosa succede? Ecco correggere gli errori è un po' come allacciarsi le scarpe per correre.Lo fai per te, perchè così ti senti sicuro. Ho conosciuto una Poetessa di 72 anni famosa seduta sul divano di casa sua, gli raccontavo di me, dicendole io sono ignorante non ho diplomi, non ho lauree. Lei mi ha risposto, non sono fogli di carta ho il sapere che fa un grande ma è la sensibilità che porta verso gli altri. Ecco penso che abbia detto tutto in poche parole.
RispondiEliminaHai ragione sul fatto che nulla di burocratico può cambiare quel che siamo dentro.
EliminaGrazie per il resto.
Ho appena letto il commento di Fioralba e mi accorgo che dimenticavo di scriverti una cosa importante che è questa:
RispondiEliminagrazie a te Jan ho la possibilità di poter leggere commenti di persone che ti scrivono,è incredibile quanto anche da loro io riesca ad imparare,come ben sai a volte ti scrivevo di quanto mi fosse piaciuta la risposta di Vince o di Ypsilon e proprio ieri di Xandrex e mister Loto (ricordi?)e adesso di Fioralba , che belle persone ...ecco da loro traspare il bene ed è una bellissima sensazione e questo grazie ai tuoi post.
PS:grazie! :)
LO
Prego.. :)
EliminaJan capisco quando dici che pensare é il problema. Ma pensare non é il problema, é quella sorta di orgoglio che vi é nascosto e che si nasconde anche a sé stessi il vero problema. Questa tua crisi forse é solo l'inizio di una rinascita che ti porterà a vedere con più fiducia gli altri, a percepire le cose come VERAMENTE sono, ad essere saggio. Posso suggerirti il libro SIDDHARTHA di Hermann hesse?
EliminaGrazie del consiglio riguardo il libro e della tua "analisi".
EliminaMilioni di persone così, soprattutto giovani, con un problema asfissiante, o meglio, una domanda asfissiante: "Chi sono io? Sono qualcuno io? Cioè, come mi colloco nella scala dei valori in cui sono nato/a? Perché quella scala, che mi martellano nella testa da quando sono venuto/a al mondo mi dice una e solo una cosa: io non sono nessuno. Nel trionfo smisurato della Cultura della Visibilità (leggi Vip) che oggi tutto pervade (anche l'antisistema), io non ho chances. Non sono visibile, non lo sono i miei genitori, non lo sarò mai. Non ho la cultura, non ho la bellezza shock, non ho la ricchezza, non ho le conoscenze che contano, non ho potere, la mia parola non conta, mai, non ho accesso ai luoghi che contano, la mia vita è il tran tran. Io sono la massa, indistinta, che non piace, che non muove nulla, che non ha accesso a nulla, che subisce sempre, che assiste di continuo alla vita degli altri, quelli Visibili, quelli che contano, i ‘Personaggi’, onnipresenti, strapresenti, vincenti. Vivo in un mondo che mi insegna ogni giorno che noi, ‘the little people’, non siamo nulla, anzi, non siamo". Fine di ogni brandello di autostima. Non so come esprimerlo in queste righe, forse non ci sono le parole, ma la devastazione che la totale mancanza di autostima in tal modo indotta infligge a questi esseri umani spezza il cuore a vederla. La si spia con chiarezza anche solo se si è vagamente ‘qualcuno’, come sono io. Non appena costoro apprendono che tu sei ‘qualcuno’, perché ti hanno visto in tv per caso e anche una sola volta, perché gliel’hanno detto, o per qualunque altro motivo, si trasformano, si piegano su se stessi, si paralizzano spesso. E regolarmente, quando ti si rivolgono per una domanda o altro, la premessa è “io non sono nessuno, ma…”. Sempre, quel terribile “io non sono nessuno”, Dio quante volte! etc.....
RispondiEliminaGià, volevo semplicemente capire con un pò di logica qual'era il legame suo in queste righe, identiche ed un po' inequivocabili .
Ho sempre voluto che lui stesse bene e che nessuno gli faccia del male, non sopporto vedere gente che combatte per gli altri ''soffrire'', non sopporto vedere gente che soffre come lui che dà molto di più di quel che appare....
Condivido il post, condivido questi suoi pensieri da me citati, condivido quel che fai tu Jan, perdona ciò che scrivo a volte e cerca di star bene.
Dora
Non è molto chiaro il commento ma ti ringrazio. Non c'è però bisogno di chiedere perdono là dove non si dovrebbe, in questo commento ad esempio non c'è nulla da perdonare.
EliminaNon è molto chiaro il commento ma ti ringrazio. Non c'è però bisogno di chiedere perdono là dove non si dovrebbe, in questo commento ad esempio non c'è nulla da perdonare.
EliminaNon trovi anche tu tante strane coincidenze....con il tuo post e quelle righe citate da Dora......ma poi ve ne sono tantissime...che tu conosci bene e che non riporto qui...
...... La si spia con chiarezza anche solo se si è vagamente ‘qualcuno’, come sono io.
...vagamente qualcuno, non saprei... direi un essere molto profondo, che traspare solo verso chi pensa che prestargli ascolto sia già un dono in assoluto.....ma poi quel ''vagamente qualcuno'' riesce a sorprenderti dando ascolto a te, che da povera illusa pensavi di ''aiutare lui'' ..
....semplice persona, stammi bene davvero
Che tipo di problemi hai, semplice persona?
EliminaNon saprei...anche con le prove incrociate, il risultato cambia sempre.....mi servirebbe un bravo matematico per risolvere quelli che tu chiami problemi.....non uno psicoterapeuta....che problema il mio problema!!
RispondiEliminaStai bene..........
Beh... allora cerca un bravo matematico, forse ti potrebbe aiutare.
EliminaTi senti preso in giro vero Jan ?
RispondiEliminaCapisco, io mi sento allo stesso modo..... non per colpa di questo blog e delle persone che vi sono dietro, anzi questo è uno dei posti dove ho sostato di più......ho riflettuto molto.
Credi che io abbia dei problemi???
SI, ho dei problemi nel capire la nostra umanità, vedo inganno continuamente, purtroppo......
Una verità a te nascosta sai qual'è Jan??
Prima di scrivere in questo blog, l'ho osservato, c'erano persone (donne e uomini), che parlavano di un tema interessante....ma non mi è piaciuto il senso manipolatorio in cui quel tema veniva elaborato...
Sono entrata io , tutto è cambiato,.... sono rimasta qui solo io e forse un'altra persona che mi dice di conoscerlo....
Jan io non sarò mai un problema ...forse sono solo profondamente delusa e molto sveglia, hai potuto notare i miei orari....altro che escort.......rifletto molto, ragiono, piango, sorrido...sono reale non sono un fantasma, posso mettere in discussione me stessa??? CERTAMENTE, sarebbe davvero PRESUNTUOSO pensare che siano solo gli altri in errore, per questo ho sempre chiesto scusa, anche se non basta...per adesso è quello che riesco a scrivere....ciao.
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