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5 maggio 2013

Camminando sotto la pioggia

[gocce di pioggia che cadono per terra]
Esci di casa e ti derigi verso l'ignoto. Non sai nemmeno tu dove e perchè. Non sai il motivo. Non hai idea della cosa che ha scatenato quel tuo "vitale" bisogno di uscire e fare una passeggiata sotto la pioggia... nell'infinito.
Ti sembra tutto inutile; tutta la gente, tutto quel che vivi nei giorni in cui soffri e non senti mai la tranquillità.
Vuoi riposarti, ma non puoi.
Vuoi smettere di pensare, ma pensi ancora di più.
Vuoi esprimerti e sfogarti ma la tua rabbia viene soppressa ancora e ancora, perchè è considerata anormale, inaccettabile, pericolosa, vergognosa. E se esplode, e se un giorno verrà espressa in quel modo incontrollabile e violento... sarà ancora considerata anormale o vergognosa? O magari peggio?

Mentre cammini vedi che non c'è nessuno. Le strade sono vuote. Sembra quasi che la pioggia abbia zittito tutti, li abbia spaventati, impauriti, resi incapaci di essere nel loro gregge di pecore.
Ma tu sei quello che non ha paura, non ha timore di camminare sotto la pioggia, di bagnarsi i vestiti, le gambe, la testa e le mani. Non hai paura della pioggia, non hai paura manco se arriva un tornado, non hai paura della natura, di quella cosa da cui provieni e che ti ha generato, poichè vuoi unirti ad essa. Perchè sei stanco di vivere in quel mondo che si chiama società. Quel mondo dove vali solo se lavori, ti comporti come il resto delle persone, rispetti le regole, mangi quello che mangiano gli altri, ascolti, guardi e fai quello che fanno gli altri. Non ti interessa tutto ciò.
Ma chi mai ti potrebbe capire?
La pioggia...

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