Dai tempi più antichi l'essere umano cerca risposte ad alcune domande. La maggior parte di queste sono irrisolvibili o più precisamente prive di alcuna spiegazione logica e verificabile. Ad esempio perchè viviamo proprio sul pianeta Terra e non in un altro posto dell'universo, o se esiste vita dopo la morte o no, oppure se l'universo è finito o infinito.
Già dall'inizio si voleva credere di avere delle risposte fondate su credi religiosi e non, poichè di altro non si disponeva. Alcuni si appassionavano alle stelle, considerando che quelle potessero dare delle risposte, gli altri invece rimanevano dentro ambiti diversi.
Si arriva ad un punto in cui viene introdotta la scienza, ossia quell'ambito di studio, ricerca e lavoro che si pone lo scopo di rispondere a domande con il metodo della sperimentazione, e quindi in un modo ragionevole. Qui si inizia ad ipotizzare, inventare e scoprire, dimostrando anche la validità o la falsità di certe teorie. A questo punto si può dire che la scienza si basa sull'uso della ragione. Ma forse questo non è sempre vero? O forse la scienza di oggi non corrisponde ai suoi canoni originali?
Margherita Hack dice che la ricerca dovrebbe essere libera da vincoli religiosi e soggiogata ad un unico precetto, quello di progredire nella sua applicazione in funzione del benessere degli esseri viventi.
Sembrerebbe quasi tutto giusto e vero. Nel medioevo abbiamo avuto molti scienziati impediti dalla religione nel loro studio, ma anche condannati. In fondo che cosa tentevano di fare? Semplicemente di indagare, dandosi delle spiegazioni partendo da dei fenomeni naturali, che a molti sembravano ovvi, superficiali e stupidi. Ad esempio perchè sorgeva il sole, o quale era la forza che muoveva i pianeti o perchè splendevano le stelle cambiando anche il colore. Tutto questo alla religione non conveniva, perchè se almeno una di queste teorie fosse risolta, bisognava automanticamente dubitare sulle sacre scritture.
Risulta che la religione non è l'unico ostacolo della scienza. Ci possono essere anche altri nemici come l'ignoranza, l'odio, la chiusura mentale, il fanatismo, la politica, la guerra e il profitto. Questi sono altrettanto pericolosi. Paradossalmente succede che essi stessi possono diventare parte della scienza o peggio, il suo obiettivo.
In ogni epoca storica la scienza viene anche plasmata dalle ideologie dominanti, ma per fortuna dal passato si può imparare. Conosciamo individui che non erano proprio scienziati, ma che però tentarono di sfruttare gli scienziati anche corrompendoli o forzandoli semplicemente a dimostrare o creare qualcosa che non corrispondeva all'etica e alla giustizia.
Durante il nazismo venivano usati esseri viventi, uomini e animali, come cavie per sperimentazioni scientifiche. Lo scopo era quello di scoprire un'arma micidiale, di controllare le menti delle persone, la loro coscienza ed il loro limite. Venivano usate tecniche come la tortura, l'iniziezione di veleni, il soffocamento con i gas, le violenze psicologiche come l'imposizione di un bisogno o di una paura.
Non è tanto chiaro, difatti, se la scienza di oggi è basata sullo sviluppo umano. Anzi, spesso sembra che si basi sullo sviluppo di alcuni esseri umani. Ad esempio quando vengono fatti degli esperimenti nel cosidetto "terzo mondo" trovando la scusa di aiutarli, ma poi risulta che quelli che godono dei risultati sono gli occidentali. Un altro esempio può essere la presenza di farmaci molto costosi che possono salvare le vite delle persone che però costano tanto, quanto un cittadino medio non si può permettere.
La scienza può anche essere razzista, quando cerca di dimostrare la superiorità di un gruppo. Possiamo affermare dunque che tutte le derivazioni negative della scienza sono collegate tra di loro: gli interessi politici con la guerra e il profitto, il fanatismo con la chiusura mentale, ecc.
Tutto è giustificato in qualche modo. Bisogna però ricordare che nulla dovrebbe essere giustificato dall'interesse materiale o intellettuale, come effettivamente diceva Primo Levi. Tutto deve essere per il bene dell'ambiente in cui viviamo e a quello dell'umanità.
Già dall'inizio si voleva credere di avere delle risposte fondate su credi religiosi e non, poichè di altro non si disponeva. Alcuni si appassionavano alle stelle, considerando che quelle potessero dare delle risposte, gli altri invece rimanevano dentro ambiti diversi.
Si arriva ad un punto in cui viene introdotta la scienza, ossia quell'ambito di studio, ricerca e lavoro che si pone lo scopo di rispondere a domande con il metodo della sperimentazione, e quindi in un modo ragionevole. Qui si inizia ad ipotizzare, inventare e scoprire, dimostrando anche la validità o la falsità di certe teorie. A questo punto si può dire che la scienza si basa sull'uso della ragione. Ma forse questo non è sempre vero? O forse la scienza di oggi non corrisponde ai suoi canoni originali?
Margherita Hack dice che la ricerca dovrebbe essere libera da vincoli religiosi e soggiogata ad un unico precetto, quello di progredire nella sua applicazione in funzione del benessere degli esseri viventi.
Sembrerebbe quasi tutto giusto e vero. Nel medioevo abbiamo avuto molti scienziati impediti dalla religione nel loro studio, ma anche condannati. In fondo che cosa tentevano di fare? Semplicemente di indagare, dandosi delle spiegazioni partendo da dei fenomeni naturali, che a molti sembravano ovvi, superficiali e stupidi. Ad esempio perchè sorgeva il sole, o quale era la forza che muoveva i pianeti o perchè splendevano le stelle cambiando anche il colore. Tutto questo alla religione non conveniva, perchè se almeno una di queste teorie fosse risolta, bisognava automanticamente dubitare sulle sacre scritture.
Risulta che la religione non è l'unico ostacolo della scienza. Ci possono essere anche altri nemici come l'ignoranza, l'odio, la chiusura mentale, il fanatismo, la politica, la guerra e il profitto. Questi sono altrettanto pericolosi. Paradossalmente succede che essi stessi possono diventare parte della scienza o peggio, il suo obiettivo.
In ogni epoca storica la scienza viene anche plasmata dalle ideologie dominanti, ma per fortuna dal passato si può imparare. Conosciamo individui che non erano proprio scienziati, ma che però tentarono di sfruttare gli scienziati anche corrompendoli o forzandoli semplicemente a dimostrare o creare qualcosa che non corrispondeva all'etica e alla giustizia.
Durante il nazismo venivano usati esseri viventi, uomini e animali, come cavie per sperimentazioni scientifiche. Lo scopo era quello di scoprire un'arma micidiale, di controllare le menti delle persone, la loro coscienza ed il loro limite. Venivano usate tecniche come la tortura, l'iniziezione di veleni, il soffocamento con i gas, le violenze psicologiche come l'imposizione di un bisogno o di una paura.
Non è tanto chiaro, difatti, se la scienza di oggi è basata sullo sviluppo umano. Anzi, spesso sembra che si basi sullo sviluppo di alcuni esseri umani. Ad esempio quando vengono fatti degli esperimenti nel cosidetto "terzo mondo" trovando la scusa di aiutarli, ma poi risulta che quelli che godono dei risultati sono gli occidentali. Un altro esempio può essere la presenza di farmaci molto costosi che possono salvare le vite delle persone che però costano tanto, quanto un cittadino medio non si può permettere.
La scienza può anche essere razzista, quando cerca di dimostrare la superiorità di un gruppo. Possiamo affermare dunque che tutte le derivazioni negative della scienza sono collegate tra di loro: gli interessi politici con la guerra e il profitto, il fanatismo con la chiusura mentale, ecc.
Tutto è giustificato in qualche modo. Bisogna però ricordare che nulla dovrebbe essere giustificato dall'interesse materiale o intellettuale, come effettivamente diceva Primo Levi. Tutto deve essere per il bene dell'ambiente in cui viviamo e a quello dell'umanità.
Articolo interessante e molto condivisibile.La scienza in sè è neutra,può essere usata con fini positivi o negativi,tocca agli individui scegliere,ed è vero che purtroppo troppo spesso è stata usata come paravento per fini discriminatori e/o criminali,basti pensare ai totalitarismi novecenteschi o a pratiche come l'eugenetica,o ancora attualmente la vivisezione o certi esperimenti sulle cavie umane del 3 mondo. Ps:ho ripreso l'articolo anche nel mio blog.Ciao :)
RispondiEliminaCiao! ...l'eugenetica fa sempre parte della deriva della scienza coniata anche da Darwin.
EliminaChe tocchi agli individui, bhe, avrei dei dubbi. Un controllo, anche se piccolo, una minima regola, un qualcosa che appunto dice di usarla solo a scopi pacifici, non per la distruzione, ci vorrebbe.
Comunque grazie della condivisione, ora vado a vederlo :)
Ciao
Più che di un mero controllo direi che serva proprio un'etica alla scienza e agli scienziati,per avere veramente una scienza libera e indipendente da interessi politici,economici o di altro tipo,insomma una scienza interessata veramente al proseguimento del benessere umano,come fu ad es per Nikola Tesla o in buona parte per Einstein e altri.Spero di essere stato chiaro.Ciao :)
RispondiEliminaCerto.
EliminaMi vengono in mente che bisognerebbe distinguere tra scienza e tecnica perché sono due cose diverse. Inoltre, l'etica della scienza esiste già come disciplina. Comunque, il problema dell'etica in generale, è che non è oggettivabile. Mai! Non esiste proprio una verità di cosa è giusto e di cosa è sbagliato, queste sono solo categorie umane. Esistono, però, diversi metodi per decidere cosa è giusto e cosa è sbagliato. Il mio è basato sulla coerenza di pensiero e sul rispetto (non necessariamente sull'avallo) di emozioni e pulsioni, cioè: o un concetto rispetta, al contempo, la nostra natura e le verità oggettive o è da cassare. Naturalmente non basta dire solo questo per descrivere il mio metodo. Il punto è che non si può imporre il proprio metodo senza opprimere gli altri, quindi, secondo me, l'etica deve essere decisa ragionando insieme. Purtroppo, ci sono un sacco di fanatici disonesti intellettuali, che vorrebbero sempre il mondo a loro immagine e somiglianza, infischiandosene se esistono categorie umane con sentimenti diversi dai loro. Ecco, quindi, che ci sono coloro che vogliono un mondo super tecnologico, perché trovano etico e figo che si possa fare robot che lavorano al posto loro mentre essi diventano sempre più viziati e deboli, che si scontrano con chi crede che la tecnica troppo pretenziosa sia inutile, e quindi preferiscono morire di polmonite piuttosto che prendere una medicina. Chi ha ragione? Secondo me non è scontato. Io ho il mio metodo per avere una opinione su chi sia più etico, ma credo che queste cose siano da discutere senza credere di sapere ciò che è meglio senza alcun dubbio.
RispondiEliminaCiao Ypsilon.
EliminaSecondo me invece la scienza e la teconologia non possono esistere una senza l'altra, invece la tecnica è un termine un po' generico. Ma ci sta lo stesso.
Comunque, un insieme di regole di base ci devono essere, basta che appunto non violino ciò che gli altri vogliono dimostrare. A questo punto bisogna però capire se quel che vogliono dimostrare gli altri è giusto o sbagliato, no? Cosa che non è tanto facile... è un po' come la legge, viene imposto dall'alto, non sai se è qualcosa che soddisfa tutti quanti, anche se si tenta di accontentare tutti. Qui vale lo stesso discorso: essa non sarà mai perfetta.
Comunque questi tuoi pensieri mi piacciono :)
Ciao
"Secondo me invece la scienza e la teconologia non possono esistere una senza l'altra"
EliminaHai ragione fino a un certo punto.Il processo di conoscenza scientifica difficilmente è anti etico in se. È la tecnica che può violare l'etica. È vero, quasi sempre bisogna usare la tecnologia per fare ricerca scientifica, ed è questa che può essere non etica. È anche vero che si possono creare tecnologie senza scopo scientifico e far danni. Non mi sembra un dettaglio. Tecnologia è di fatto il processo di costruzione della tecnica delle macchine, in un contesto filosofico come quello che stiamo affrontando, i due termini vengono da sempre facilmente sovrapposti.
"Comunque, un insieme di regole di base ci devono essere, basta che appunto non violino ciò che gli altri vogliono dimostrare. A questo punto bisogna però capire se quel che vogliono dimostrare gli altri è giusto o sbagliato, no? Cosa che non è tanto facile... è un po' come la legge, viene imposto dall'alto, non sai se è qualcosa che soddisfa tutti quanti, anche se si tenta di accontentare tutti. Qui vale lo stesso discorso: essa non sarà mai perfetta."
EliminaSono d'accordo. Per questo bisogna capire che esistono verità oggettive e incontestabili. Oggi come oggi invece c'è un sacco di gente relativista, ma il relativismo può essere solo etico o di gusti, non su come oggigiorno certe categorie sfruttano la legge. In certe cose esistono oggettività indiscutibili. Se e solo se tutti vediamo la stessa realtà, allora possiamo incominciare a discutere su cose che esistono solo nella nostra testa, come il senso etico, e metterci d'accordo. Per farlo, bisogna non avere paura della realtà.
Eeeeeeee
RispondiElimina