Mi sono sempre considerato cosmopolita, cioè cittadino del mondo. A volte però mi capita di aver timore di qualcuno che è diverso da me.
Premetto che non sono italiano. Quindi riesco a capire attraverso che fatiche passa uno straniero per interagire con quelli d'intorno. Dirò che anche nel paese in cui vivevo prima non mi sentivo a mio agio. Arrivando qui, ho realizzato che sono un po' indifferente del luogo in cui si vive.
Penso che la xenofobia sia molto frequente oggi come problema tra persone. Io stesso, appartenendo ufficialmente ad un'altra nazione mi sento un po' xenofobo. Più che razzismo, sarà forse una specie di muro immaginario e culturale da affrontare.
Credo che molte persone abbiano avuto esperienze simili alle mie. Delle volte per esempio, quando entravo in un autobus e cercavo un posto per sedermi, mi sedevo vicino a qualche rumeno, ucraino o africano, per puro caso. Prima avevo un po' di paura, ora invece no. Quello che provavo non era disgusto o rancore, no, per niente. Era puro timore di non conoscere abbastanza qualcuno che è diverso da me.
Penso che il razzismo qui non c'entri proprio, poichè esso è una forma di intolleranza consapevole, seguita spesso dall'odio. Mentre invece la xenofobia non è sempre conosapevole, e nemmeno controllabile.
Credo nel fatto di aver superato questo mio timore di chi è diverso da me. Penso sia una semplice questione di adattamento, che molti di noi vivono, trovandosi intorno a persone che non sono come loro. Ciò però non dice che quei "diversi" siano meglio o peggio, sono semplicemente diversi, e non bisogna negarlo. Spesso la xenofobia è un evento che si scatena, seguendo l'ignoranza dell'essere umano. E' quest'ultima che forse sarebbe la più diffusa, come causa.
Il razzismo invece è qualcosa che un ignorante permette (o acconsente) al livello mentale, senza farsi delle domande. Questo andrebbe corretto, non tanto il timore stesso.
Spero che ognuno di noi trovi la soluzione e capisca la differenza tra razzismo e xenofobia.
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