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28 luglio 2011

Donne inchiodate al muro della pavidità

Condivido questo articolo appena trovato e letto su PaoloBarnard.info

Non potevate reagire peggio. Il mio articolo ‘Sono andato a puttane’ ha scatenato un putiferio. Doveva suscitare un dialogo, non la guerra, ma almeno ora lo sappiamo: siamo in guerra care donne, e come ha mirabilmente notato un lettore “lo siamo da decenni, e lei Barnard ha calato un microfono in trincea”. Che miserevole risultato.
Eppure nelle mie righe c’era tutto ciò che qualsiasi anima incolpevole avrebbe chiamato una mano tesa’ per voi. Esordivo esponendomi in prima persona a una rischiosissima gogna (sono un professionista impegnato), affidandovi una fetta del mio intimo sessuale, e l’avevo fatto appositamente per scendere subito sul piano dolente di noi maschi puttanieri e pornomani, cioè ammalati di una pratica deviata. Era una mossa all’opposto esatto di chi parte sulla difensiva. Eppure, su molte centinaia di commenti e un fiume di mail ricevute, solo una donna, una sola, ha apprezzato quel mio calarmi nell’arena coi panni sudici in bella vista. Non vi dico quante di voi hanno commentato da bassa caserma, cose come “fatti delle seghe Barnard”, “se non trovi da scopare te lo meriti” ecc. Bell’esordio.

[persona che bacia i piedi al proprio capo, tutti e due vestiti nello smoking]


Il significato del Sesso Ludico non richiedeva il Q.I. di Newton per essere compreso. L’avete mischiato in cento salse con tutti gli altri tipi di sensualità e corteggiamenti, che col Sesso Ludico non c'entrano alcunché, mancando del tutto il target. Non ne avete compreso il potenziale dirompente di liberazione che vi offre, quello di spiazzare gli uomini, di ficcargli in testa che il potere erotico si gioca alla pari. Il potere per esempio di stoppargli l’uccello mentre vi sbattono da onanisti ignoranti e di dirgli “così non sento niente, possiamo fare un gioco diverso? Te lo insegno. Queste parole educative sono solo possibili nel contesto di un Sesso Ludico, e assai più difficili o impossibili da pronunciare col fidanzato o con lo sperato tale, per ovvi motivi. E c’è dunque questo intelligente potere che l’aumentatissimo numero di contatti sessuali del Sesso Ludico vi offrirebbe, con cui educarci a farvi godere, o anche solo a darvi piacere come vorreste voi, finalmente! Ma voi niente, manco vicine ci siete arrivate. Dovevate capire al volo, donne, che a fronte di un esercito di femmine capaci di prendersi il sesso come un aperitivo, con leggerezza e benevolenza, finirebbe per crollare qualsiasi becero retaggio maschile, perché la Storia insegna che il progresso non è resistibile - maschi, maschilisti, sciovinisti e teste di cazzo nonostante. Il Sesso Ludico è una mina nel cuore di tutti gli alibi dell’uomo per ancora contenere la vostra avanzata, ma voi addio che lo capite. E sapete perché? Perché comporterebbe per voi la fatica del coraggio, che qui non avete, e non lo volete esercitare. Lamentarsi per generazioni è più comodo.
E rimanendo nei paraggi, avete dimostrato una callosa indifferenza di fronte all’appello che ho riportato nell’articolo a nome di tantissimi uomini. Trattava dell’estenuante fatica e del dolore intenso che soffriamo lungo un’intera vita di abbordi, corteggiamenti, contatti, dove l’implacabilità  statistica delle vostre reazioni a “occhi scocciati, o girate di spalle, i ‘non mi stressare’, ‘non è il caso’, la rigidità, la freddezza o addirittura il disprezzo” è ingiustificabile qui, oggi, in Italia. Quella vostra indifferenza, dicevo, è un faro puntato sulla vostra perfidia, care belle e avanzatissime donne (ne riparlo più sotto). Perché non ci vorrebbe tanto a calarsi per un minuto nei panni dell’altro e arrivare alla conclusione cui arrivò una meravigliosa e bellissima donna ‘marziana’, che una volta mi disse: “Se io dovessi fare lo sforzo emotivo che fate voi tutte le volte che ci abbordate, sarei paralizzata dal terrore. E se a ‘cacciare’ in questa cultura dovessero essere le femmine invece degli uomini, credo che sarei stata sola tutta la vita”.
All’angolo come siete di fronte alla prospettiva del dover esplorare il nuovo, avete tentato la ritrita arma della persecuzione storica di cui siete state vittime e che peraltro nessuno nega. Ma da 50 anni è l’uomo che è cambiato verso di voi. Chi ha la mia età (51) ricorda benissimo il passaggio dal maschio italico ‘scopatore grugnente’ a quello in punta di piedi nel negozio di porcellane, dove nel letto con lei anche la minima tensione erotica alla vecchia maniera che gli fosse sfuggita era ‘fascista’! e oddio! che vergogna per noi. Intere generazioni di maschi sono passate da lì, e poi a lavar piatti, spingere carrozzine, cambiare pannolini, ecc., una mutazione giusta, non discuto, ma è successo. E’ l’uomo che, da padrone del salotto dove le donne erano viste ma non udite, ha accettato cambiamenti epocali, certamente perfettibili, ma i salti mortali li abbiamo fatti, se si pensa da dove siamo partiti solo ieri. Oggi voi che cambiamento avete fatto? Ne avete fatto uno di pari valore verso di noi? Ma figurati, e guai a chi osa proporvene uno, come avete dimostrato in questa occasione.
La perfidia. Avevo inzuppato l’articolo di critiche urticanti alla beceraggine maschile, fra l’altro implicita anche nella mia descrizione del sesso commercial-mediatico, risparmiandovi una disamina della vostra. Il libro nero degli errori/orrori del mondo maschio è stato scritto, pubblicato, letto e discusso più della Bibbia. Quegli errori/orrori permangono in molte sfere della vita, contro le donne senza dubbio, ma anche questo è arci noto. Manca all’appello dell’obiettività dialettica fra sessi il libro nero dei vostri errori/orrori. Donne, siete zeppe di vergogne, che al contrario di noi celate dietro a uno degli ultimi taboo della Storia moderna. Posso tralasciare gli aneddoti storici, tramandatici tuttavia da storie come quella di Hansel e Gretel, dove la ricerca d’archivio ha dimostrato che fu Gretel, pasticcera incapace, a denunciare per stregoneria la vecchia e brava pasticcera rivale (la strega della favola), gioendo della sua condanna al rogo. La storia dell’Inquisizione è fitta di donne accanite delatrici di altre donne ‘streghe’, al solo scopo di vendetta o per sbarazzarsene, distillati di pura perfidia femminile esenti da alibi di qualsivoglia natura (si legga La Strega, di Jules Michelet); oppure l’evidenza che dimostra che i peggiori aguzzini inquisitori dei Khmer Rossi cambogiani furono le donne, appositamente selezionate per la loro crudeltà (si legga Children of Cambodia’s Killing Fields, di Dith Pran); o il  fatto che nella prostituzione moderna non sono di rado le donne (nel caso della tratta delle nere lo sono sempre) le sfruttatrici che poi infliggono le punizioni sadiche. Ma vengo a voi donne comuni. Quasi quarant’anni fa, la madre delle femministe inglesi, colei che per prima concepì la necessità di rifugi per le donne soggette a violenza domestica, iniziò a notare che qualcosa non andava nella retorica del rapporto vittime(donne)-carnefici(maschi). Erin Pizzey, così si chiama, me lo disse durante un’intervista, con queste esatte parole: “Molte donne che ci giungevano portavano chiari segni di abuso maschile sui loro corpi… Ma che cos’erano quelle impronte di tacco a spillo impresse sui corpicini o sul cranio dei loro miseri bimbi?”. Già… Pizzey scrisse un libro epocale, ‘Prone to Violence’ (portata per la violenza), dove passo passo svelava al mondo l’aberrante realtà del sadismo femminile sui figli e anche sugli uomini. Fu minacciata di morte, la polizia arrestò all’ultimo minuto un gruppo di femministe svedesi che si erano appostate per accoltellarla. Dovette fuggire e vivere anni in incognito. Ma ogni giorno, anche qui da noi, chiunque non abbia il lardo sugli occhi può testimoniare come nei nostri supermercati, campeggi, giardini pubblici o per strada così tante madri si rendano protagoniste di scene di violenza e di umiliazione sui propri piccoli da dare il voltastomaco. La letteratura clinica psicoanalitica straripa di esistenza distrutte nell’emotività da madri brutali, anaffettive, da maestre o insegnanti sadiche, da donne manager perfide come nessun uomo può essere, e le donne vittime di altre donne sul lavoro non si contano più. Scendete dall’Olimpo delle vostre bugie su voi stesse. Non siete meglio di noi, solamente non avete avuto mai sufficiente potere per essere come o peggio di noi.
Infine nessuna ha colto, poi, l’allarme sociale del mio pezzo, non avete neppure lontanamente affrontato il punto, cioè la domanda delle domande: Allora, che si fa con i 120 miliardi di dollari di catastrofe planetaria del sesso commerciale? Quali sono le vostre proposte? Nulla. Strillate ogni sorta di congettura rivendicatrice, con arrampicamenti sugli specchi, disamine dal pulpito (cara Forcheri), ma anche qui, mute. Il mio scritto era gravido di consapevolezza per voi, come testimonia l’elenco da me più volte fatto degli obbrobri sociali che il sesso commercial-mediatico vi infligge. Sarò stato inesatto, forse ho dettato i rimedi sbagliati, ma era un richiamo nero su bianco a lottare insieme contro lo scempio del vostro corpo, e francamente avreste più voi da guadagnarci che noi. Eppure, di nuovo, non avete colto. Vi manca il coraggio, ecco cosa manca, e vi manca un coraggio neppure tanto nobile. E’  il coraggio di chi, consapevole della soffocante urgenza di un cambiamento, ha la forza di tentare una strada nuova che nel mondo civile moderno è del tutto fattibile. E' il coraggio di sgonfiare il mostruoso edema sessuale rilanciandosi come protagoniste di un’altra, dirompente interpretazione del sesso, col vantaggio aggiunto , come dicevo poc’anzi, di avere fra le mani anche uno strumento educativo tutto a vostro vantaggio. Insomma, "FARLE quelle avances". Ma figuriamoci, voi no, tutto ma non avere quel coraggio. Buone a strillare e a giudicare, ad auto-eleggervi nell’imperfettibile mondo delNoi Donne’, dove vi rassicurate a vicenda. E allora rimanete sepolte da culi, gnocche, tette, porno, puttane, troiaggine in ogni anfratto del vivere, carne da schizzare, sesso miserabile, uomini grezzi, volgarità come liquame per le strade di un moderno diluvio universale. L’Eros impazzito non guarisce gridandogli addosso, donne, ma facendo la fatica di guarirlo, assieme a noi. Donne incapaci quando c’è da fare la fatica del nuovo. Donne inchiodate con le spalle al muro della pavidità, nel risibile mondo della vostra superiorità morale.

di Paolo Barnard


7 commenti:

  1. Ciao SOLEDAD!
    Comunque, non mi hai ancora risposto se ci sei su nibiru2012 :) ... o non l'avevo capito io.

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  2. Scusa se ti farò troppe domande!
    Cosa ne pensi dell'articolo? Che impressione ti ha fatto?
    A me sinceramente mi ha tolto un grande peso che avevo finora. E' uno sfogo abbastanza forte e veritiero, questo è importante.
    Jan

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  3. Caro Jan, non avevo compreso che mi avevi chiesto se ero iscritta a Nibiru 2012..lo sono, mi ero iscritta ai tempi che facevo ricerche a 360°....poi non ci sono più rientrata, ho scordato password e nome con cui mi ero iscritta :)) comunque non è il mio genere di sito....seppure ci ho tratto informazioni...quello che volevo conoscere di molti fenomeni lo ho indagato in ogni senso, non mi interessa indagare oltre anche se non sono mai chiusa a sentire...
    Non mi scoccia nessuna domanda che tu possa farmi, quindi non scusarti, semmai se vuoi chiedere magari scrivimi in privato ;)

    Il post, ho compreso l'essenza del discorso, seppure non condivido il modo di esporre e di "colpire" il lettore per farlo riflettere ed evidenziare un problema...Le coscienze spesso devono essere "scosse" per reagire e farsi domande, un tempo amavo io stessa la provocazione per suscitare queste reazioni..Ora preferisco il dialogo diretto e un discorso più semplice, senza provocazioni...

    Ciao :)

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  4. Ciao Soledad!
    Il punto è che non so come scriverti in privato. Non uso spesso Blogger. Di solito comunico su vari forum e su facebook, su youtube anche ... qui, non saprei quale sia la modalità per mandare i PM.
    Mi sono quasi chiesto scusa da te, porchè sembrava che tu non vedessi i miei messaggi, pure in altri post. Ma va bè ... non ti preoccupare. Pure io entro spesso in alcuni blog, poi mi scordo di rispondere. Non è un problema.
    Quello che invece riguarda l'articolo. Beh ognuno si fa la sua impressione, me compreso. A me è piaciuto, poichè sono anti-femminista, in un qualche senso. Ho sempre amato i dibattiti con le persone che considero i miei avversari. Ma purtroppo a volte faccio male sia a me stesso, sia agli altri ... ho dei problemi con il controlla della rabbia. Va bè, questa è già un'altra storia. Qualche tempo fa ho litigato con delle femministe su un forum, dopo di che sono stata bannato e non ci entro più ... sarebbe un esempio questo. Mi ricordo di aver avuto quasi 3 giorni di ricovero dopo quella discussione :D . Poi, non so ... tutto questo è pure collegato con la mia infanzia, con la mia vita. Mi sono sempre messo delle domande su molte cose. Molte persone mi dicono che sono una persona molto riflessiva.
    Poi, beh, l'autore dell'articolo l'ho conosciuto ieri (ovviamente nel mondo virtuale) ... non mi sembra una persona negativa, anzi, rivoluzionaria direi.
    Parlando delle provocazioni dell'autore, penso sia una cosa abbastanza naturale. Non si può essere sempre felici e sereni. La pazienza non è infinita, quindi a volte fanno anche bene, questi sfoghi, suppongo. Ma questo ovviamente è il mio punto di vista.
    Entrando ancora di più nei detagli del femminismo, si potrebbe affermare che non esiste una parità fondata sulla dominazione di un sesso. E' esattamente quello che stanno tentando di fare le femministe. Le persone come me invece le trattano per quello che sono. Vogliono essere considerate alla pari, lo facciano pure. Io non ho intenzione di dare precedenza alle persone che mi odiano. Se mi odiano, a me intanto non frega. Anzi, l'odio del nemico mi rinforza.

    Se preferisci parlare in privato, dammi qualche tuo contatto(e-mail, profilo su facebook, msn ...) quello che ti è più comodo, poi si vedrà.

    Se guardi gli altri post dove hai risposto prima, forse potrai vedere i miei messaggi che ho pubblicato ... ovviamente se ti interessano, a meno che tu stessa non gli hai già visti :)

    Grazie per la risposta!
    Jan

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  5. Ma ancora ci perdete tempo a parlare con queste arpie immonde? Paolo, Aquarius...tutto fiato sprecato, amici miei...

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    Risposte
    1. A volte purtroppo sì, si perde tempo.
      Riscrivo il mio commento precedente: "una firma? un nick? qualcosa per essere riconosciuto/a?"

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