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24 maggio 2015

Autorità e paura in famiglia

Quel che spesso viene usato dalle autorità per far rispettare le regole e mettere ordine è la paura. L'esempio più classico è la famiglia, il nucleo dove spesso avviene l'oppressione del più debole da parte dell'autorevole. L'autorevole in questo caso è il genitore e la parte debole - il bambino, l'adolescente, ovvero il figlio.


In quali casi il genitore viola i diritti del figlio? Ci sono veramente tanti, ma prendiamone uno e analizziamolo. Succede qualcosa: il figlio dimentica di fare un suo dovere. Di conseguenza, il genitore si arrabbia e terrorizza il figlio. Ma con che cosa si potrebbe sostituire questo terrorismo invisibile del genitore. Beh, con la semplice comunicazione. Non c'è bisogno difatti spaventare, basta comunicare. Per quale motivo non sempre la comunicazione a pari livello è gradita? Per il fatto che il genitore si pone ad un livello superiore a prescindere, quindi, il figlio non può in nessun modo controbattere, anche se ha ragione. Si dice che i figli devono stare in silenzio ed ascoltare i più grandi. Ma è vero che chi ha più esperienza si merita di violare i diritti altrui? Assolutamente no. Quindi, un genitore non deve in nessun modo terrorizzare il figlio ma solo trovare un modo per comunicare. Poi, è vero che ci sono anche tanti figli che non ascoltano, ma qui si parla di trovare l'errore, e non solo nel figlio ma anche nel genitore. Spesso infatti succede che lo sbaglio è del figlio, mai del genitore.

Speriamo che si possa vivere in una società dove i forti non violano i diritti dei deboli. Iniziamo da noi stessi e dalle nostre famiglie, per cambiare qualcosa, altrimenti i cambiamenti non avverrano.

6 commenti:

  1. Non sono completamente d'accordo.
    Credo certamente che la comunicazione sia basilare ed al primo posto ma, in certi casi, è necessario manifestare l'autorità in modo più fermo, soprattutto perchè non sempre i bambini possono comprendere le motivazioni di un rifiuto o di un richiamo.
    Tra l'altro nutrire un po' di paura ( una paura rispettosa non certo un terrore dovuto a maltrattamenti!!) insegna ad essere umili e a vivere nelle regole della società che sempre, sul nostro cammino, ci porrà di fronte persone che ci sono superiori e persone che ci sono inferiori.
    Imparare l'ubbidienza, insomma, mi sempre un bel modo per crescere delle persone che sappiano anche rispettano i più deboli se devono impartire degli ordini perchè ci si sanno identificare.
    I giovani hanno bisogno di regole da rispettare, hanno bisogno di avere delle guide salde...altrimenti l'arroganza crea dei danni!!
    Ovviamente l'autorità va applicata con rispetto e nel costante tentativo di far comprendere una lezione!!
    Io, ad esempio, ero un bambino piuttosto "sfacciato" e ricordo quanto mi sentii umiliato davanti ad uno schiaffo in pubblico di mia madre. Ovviamente non mi fece male sotto il profilo fisico ma mi fece vergognare dell'atteggiamento arrogante che avevo assunto.
    Avevo avuto mille richiami verbali prima e mi era stato spiegato più volte che il mio atteggiamento era sbagliato.
    Quel piccolo schiaffo mi insegnò moltissimo perchè era stato dato con l'intenzione di insegnarmi qualcosa che non riuscivo a comprendere!
    Sono convinto che, al contrario, un'educazione fatta soltanto di ricompense e chiacchiere nella maggior parte dei casi generi personalità deboli che, una volta adulte, sono incapaci di gestire emotivamente tutte le difficoltà e le umiliazioni che la vita può riservare.
    Spero di essere riuscito a far capire quello che intendo senza fraintendimenti perchè è un argomento delicato.
    Ciao, a presto e grazie per lo spunto interessante!

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    1. Quoto. È tutta una questione di equilibrio. Un genitore che non intimidisce mai, crea un figlio debole, maleducato e sfacciato. Un genitore che intimidisce troppo, crea un figlio maleducato arrabbiato e debole. Un genitore che intimidisce quando serve, crea un figlio equilibrato e che sa quali sono i limiti. Sono contro quest'educazione per cui è letteralmente vietato dalla legge dare degli schiaffi o sculacciare: mi sembrano assurdità pensate da matti.

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    2. Mr. Loto, io invece mi sono preso pochissimi schiaffi dai miei genitori, sopratutto perchè non ho vissuto con loro la mia infanzia. Ma se anche avessi vissuto forse non li avrei presi comunque.

      In parte sono d'accordo col discorso dell'educazione, in parte no. Comunque, anche oggi da molti mi viene fatto notare che spesso alcuni miei atteggiamenti sono sbagliati e presto a loro poco attenzione. Forse dovrei lavorare un po' sul mio carattere.

      Ypsilon, a me sembra invece che a volte il figlio cresca il contrario di ciò che il genitore vorrebbe che diventasse ed in altri casi proprio come dici tu: equilibrati. Secondo me dipende anche dall'ambiente, dagli amici, dalla società, non solo dal nucleo familiare che sicuramente da delle basi importanti ma non tutto.

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  2. Jan c'è una differenza notevole tra autorevole e autoritario. Nel primo caso il potere di giudizio e condanna viene riconosciuto come un diritto da parte di chi lo subisce. Nel secondo caso, invece, viene imposto.Un genitore dovrebbe essere autorevole e non autoritario. Per essere autorevole basta dare il buon esempio ed essere equilibrati. Certo, in teoria è facile giudicare i genitori, ma quando ci si ritrova in prima persona entrano altri fattori in gioco. È difficile andare contro il prorpio temperamento, magari maleducato dai propri genitori.

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  3. Salve
    secondo me lo schiaffo nn ha nulla x poter essere definitivo educativo,ma x l'adulto (genitore)che invece lo reputa tale mi domando: come mai se lo schiaffo viene dato da un insegnante,corre subito a protestare se tale gesto educa?Forse xchè il genitore considera il bambino solo sua proprietà?Io nn critico il genitore che un pò x stanchezza,un pò x poca pazienza e un pò x mille altri motivi dà al figlio uno scappellotto,ma da qui a far passare lo schiaffo come atto educativo nn ce lo vedo.Come si fa ad educare un figlio dicendo che la violenza è sbagliata se poi usiamo lo schiaffo come dato di fatto? Sinceramente quanti genitori si nascondono dietro alla frase dello schiaffo dato a fin di bene solo xchè è + difficile dare l'esempio? O quante volte i genitori permettono ai figli di tutto e di + fino a perdere la pazienza e nn riuscire + a gestirli?
    Ma davvero pensate che x poter dire no bisogna x forza ricorrere allo schiaffo? Vi assicuro che può essere detto anche con le parole.Se oggi molti ragazzi sono maleducati nn è xchè hanno avuto pochi schiaffi ma xchè spesso mettiamo al secondo posto il lavoro di genitore,troppi impegni durante la giornata.
    La verità è che dare uno schiaffo significa solo perdere il controllo e sempre nel tema della verità..è col dialogo e l'esempio che si da qi figli l'autorevolezza e la fiducia ,con lo schiaffo solo autorità.
    Sono convinta che i figli si educhino con amore, con l'esempio e soprattutto con la coerenza,e se un figlio dopo uno schiaffo ubbidisce nn è xchè è un bambino educato ma solo xchè ha paura del gesto anche se lo schiaffo è solo uno scappellotto,essere genitore è difficile lo so ma nn nascondiamoci dietro ad un dito,usando solo pretesti che fanno comodo.
    Saluti
    LO!

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    1. Lo schiaffo potrebbe far capire molto alla persona che se lo prende nel momento giusto, ma funziona proprio quando non ci sono parole per spiegare ciò che si dovrebbe o non si dovrebbe fare.

      A volte è perdita di controllo, le altre è forse qualcosa che appunto non si può trasmettere a parole.

      E' anche vero che ci sono famiglie equilibrate dove anche senza schiaffi uno cresce e diventa una persona normale e buona di cuore.

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NOTA IMPORTANTE:
Firmarsi è segno di educazione!