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14 febbraio 2015

Prendere in giro i disoccupati

Scopro un'interessante "teoria", ormai non più nuova ma ne vale la pena dedicarle un articolo. Lavorare ed essere autosufficienti ci dà sicurezza, coraggio, indipendenza, menefreghismo ed a volte anche intolleranza verso il prossimo. Per presa in giro si intendono le piccole offese che possiamo subire durante il giorno da parte di familiari, conoscenti, amici, che alla fine non hanno nulla di particolare in esse a parte la discriminazione sottile delle diversità nostre. Queste stesse offese, insulti o semplicemente prese in giro basate sulle qualità/difetti della persona spesso sono viste come scherzi, mentre in realtà non sono altro che sfoghi da parte di chi si sente in forza di esternare il negativo verso chi in un determinato momento è debole, o per motivi di salute (fisica e mentale) o perchè semplicemente si sente molto giù.



Parto dal dire che quel che mi è successo settimane fa a casa non mi ha offeso ma al contrario mi ha dato un motivo per comprendere la mia forza e la debolezza di chi mi ha attaccato. Non voglio dire di trovarmi in una delle peggior situazioni, a parte i problemi economici (che molti hanno). Spesso si possono presentare problemi di intolleranza in famiglia ma a volte queste cose fanno arrabbiare abbastanza. Quel giorno difatti è stato uno di quei casi in cui non sono esploso ma ho detto quel che pensavo.

Arrivo in cucina e come sempre sono in tensione e sotto stress. Ho questo mio problema dello stress, preferisco mangiare da solo. Insomma, questa volta si è notato che non ero il benvenuto.

Inizio a mangiare un dolce, arriva mia madre:
"dai, ma come lo mangi, sembra che tu non abbia mangiato per mesi!!"
"ehm, se non sbaglio tu stessa a volte prendi il barattolo dello yogurt e lo mangi direttamente senza manco prendere un cucchiaio!",
"ma quel che fai tu irrita!!"
"e chi dice che quel che fai tu non irrita?"
Qui il discorso si è chiuso perché ha capito di aver sbagliato perchè non è riuscita a tollerare me quando lei stessa si comporta anche peggio delle volte.

[uomo in giacca e cravatta seduto su una sedia guarda un panorama rilassante: montagne ed erba

Pensavo fosse finita lì, invece arriva lui - il patrigno mentre io prendo un oggetto dal tavolo, chiedo che cos'è e lo metto nel frigo. Lui si gira e mi dice:
"mi ricordi qualcuno, perchè fai domande così stupide del tipo che cos'è.. si vede che cos'è.. perchè devi chiederlo?".
La mia risposta:
"Insomma, ho capito di darvi fastidio. A mia madre non piace come mangio, a te non piace il fatto che chiedo informazioni su un oggetto. Dai, ditemi che altro non vi piace. Io comunque non credo che prenderci per il culo a vicenda possa risultare un fatto positivo. Posso trovare in te e in lei cose che mi darebbero fastidio, anzi, ci sono quelle cose ma non lo faccio per una semplice questione di tolleranza e rispetto."
"ma tu non puoi prendere in giro me!"
"E perchè no? Perchè sei più grande? Già, dimenticavo, io sono il figlio, il bambino e voi gli adulti."
"No, perchè io sono autosufficiente e tu no. Io lavoro e tu no."
Non ho detto nulla, non perchè non ne avessi il coraggio ma semplicemente perchè non avrebbero capito il senso delle mie parole. Non credo che una persona venga valorizzata in quanto persona perchè autosufficiente e se riesce a sostenere economicamente la famiglia o no. Ci sono tanti stronzi tra benestanti, ricchi e poveri.

La persona andrebbe apprezzata per le sue qualità, non per i soldi, non per il lavoro che fa ma per le motivazioni che stanno dietro le azioni che compie. Sentendo però quella frase da parte sua, lui stesso che da piccolo è stato cresciuto in un ambiente comunista mi ha fatto un certo effetto perchè la frase è assolutamente capitalista. Questo modo di pensare è capitalista perchè si tende a trattare le persone come un oggetti o peggio come delle macchine, degli schiavi, come qualcuno che deve per forza far guadagnare o offrire beni per essere rispettato, accettato e tollerato.

5 commenti:

  1. Viviamo nella società in cui se non produci non esisti. Se non consumi non esisti. Siamo considerati solo numeri. Francamente 'sta cosa mi ha un po' rotto le palle.

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    1. In in modo o nell'altro purtroppo si convive facendo comunque parte del sistema.. ma possiamo dare un contributo anche solo roflettendo ed esprimendo i nostri pensieri non avendo paura del giudizio altrui.

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  2. Mi hai fatto venire in mente questo Jan: https://www.youtube.com/watch?v=_1-YsnH3KSY
    È uno spezzone di film in cui un dotto regista prende in giro un uomo medio.
    Il senso dello spezzone non è discriminatorio, ma vuole far riflettere su cosa significa non avere voglia di comprendere: essere pigri intellettualmente.

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    1. Lo guardero' appena avro' la possibilita' di farlo, Y ;)

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