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28 settembre 2014

Avversione contro di noi

Ci sono momenti in cui non si capisce bene se sono gli altri a farci incavolare o noi a prendercela sul personale. Come se le cose che succedono intorno non ci permettessero di andare oltre quel modo di pensare rinchiuso, cioè di vedere quel che arriva dall'esterno come attacco verso di noi, che ci lede la persona, la nostra autostima e la nostra vita.

[paura mostrata come ombra di un manichino]

Faccio fatica a parlare di certe cose ma ci provo. Sono stato un mese fuori dall'Italia e tutto questo tempo non ho vissuto di certo con la mia famiglia. Stando fuori si chiariscono molte cose e sembra di avere più consapevolezza di quel che succede intorno. Appena tornato qui, la prima settimana è andata piuttosto bene. Dopo, ho come la sensazione di essere entrato in un circolo vizioso trovandomi intrappolato e bloccato, incapace di poter pensare chiaramente. Non so se è il fatto che già dalla mattina non ho un buon umore o forse perchè quando sento come si parla in casa, a toni alti, non si ha rispetto l'uno verso l'altro e non si desidera collaborare pacificamente. A me dà tanto fastidio sentire come piangono i bambini e peggio, quando i genitori li menano, non li ascoltano, non dimostrano a loro l'amore e il calore che un qualsiasi genitore dovrebbe far sentire. La cosa più brutta è non poter far nulla per cambiare la situazione. Sembra che dare addirittura un consiglio sia un gesto di avversione. Sembra che tutti intorno siano arrabbiati, senza pazienza e voglia di ascoltare e capire l'altro.

Il fatto è che vivo con la speranza di trovare un lavoro stabile che possa permettermi di andarmene un giorno e vivere per i fatti miei. Quel che ho fatto fino ad ora sono state solo esperienze da principiante che non permettono una completa indipendenza economica.

Appaiono quindi i seguenti problemi: come far sì che lo stato mentale non peggiori e sia più o meno stabile, come si fa a non pensare al futuro, ad apprezzare quel che si ha, vivere tranquillamente e non sentire avversione da parte di quelli che ci circondano ed infine, come accettare le cose che succedono in quei momenti come qualcosa di normale.

5 commenti:

  1. Ti capisco. Ti capisco. Ti capisco.

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  2. Dici: "la cosa + brutta e nn poter far nulla x cambiare la situazione"...
    nn so fino a che punto sia vero, xchè credo molto dipenda dal carattere e da quanto siamo intenzionati a cambiarla.
    La verità è che magari ci siamo rotti le scatole a cercare di far capire gli sbagli,le persone sono degli insoddisfatti..nn apprezzano + quel che hanno,nn fanno altro che lamentarsi diventando arroganti e rissosi tanto..nn hanno nulla da perdere,entrando così in quel meccanismo dove urlare,alzare le mani o usare volgarità diventa una normalità. Che dire? Magari x chi come te aspetta solo di trovare un lavoro stabile e andarsene è già tanto,se nn altro ha la speranza che la sua vita possa avere una svolta senza lasciare traumi agli altri,il problema diventa difficile quando questo avviene tra coniugi dove spesso uno dei due è costretto a subire x i figli e qui la vedo davvero dura.Ma la vita è una sola,x cui nn bisogna darsi x vinti e stare male x colpa dell'egoismo altrui nn mi sembra giusto, di certo nn bisogna assumere un atteggiamento passivo,"mai" stancarsi di far capire la propria opinione e nn solo in ambito famigliare,ma anche lavorativo e sociale e poi crearsi dei "propri" spazi,molto ma molto importanti questi x la nostra psiche,in quanto servono a darci una carica di positivà.
    LO

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    1. Ciao Lorella.

      Invece ritengo che molte cose che tento di fare non hanno alcun senso. Quello che mi consigli è come andare in piazza e urlare davanti alla gente essendo consapevole del fatto che nessuno se ne fregherà di quel che dici e anche se lo fa, cosa cambia...

      Grazie comunque delle tue idee, ne terrò conto.

      Jan

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  3. Mi capita di pensarla come te, non so e non ho mai trovato una soluzione!

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    1. Neanch'io sinceramente sono riuscita a trovarla. Infatti è per questo che scrivo :)

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