Nell'infanzia mi appassionai dell'astronomia. Ma prima ancora di avere il libro che parlava del cosmo, avevo la sensazione di sapere cosa ci sia là fuori, come se qualcosa in me avesse la coscienza di essere una parte di quel che ci circonda. Molte volte quando fantasticavo, mi chiedevo su com'è fatto il mondo. Avevo una mia piccola teoria ed è la seguente: tutto è infinito. Ora provo ad illustrarvi meglio questa ipotesi.
Quando nel 17-esimo secolo viene inventato il microscopio, si scopre che esiste un mondo di piccole particelle assolutamente diverso da quello a cui siamo abituati e nascosto agli occhi di ciascuno di noi. Chissà se qualche creatura probabilmente del tutto diversa stia guardando una particella(il nostro universo) sotto un microscopio e pensando se là esiste vita o no.
Se esiste la probabilità che l'universo sia infinito, perchè allora non possiamo dire anche il contrario. La matematica dimostra infatti che i numeri interi sono infiniti, ma lo sono anche i decimali. Da qui risulta che tutto è infinito, perfino le più piccole particelle che forse non vedremmo mai.
Non so quanti di noi si sono domandati del senso della vita, ma sono sicuro che nonostante la banalizzazione dei problemi più importanti che subiamo ogni giorno, almeno una volta ci siamo chiesti "per quale motivo siamo qui, viviamo, respiriamo e siamo consapevoli di esserlo" ? Sembra una domanda con una risposta incomprensibile e irraggiungibile, almeno per adesso. Solo alcune persone dotate di ricca fantasia riescono ad immaginare quel che potrebbe voler dire esistere. Purtroppo anche per loro è difficile arrivare fino alla fine e capire in fondo quel che nessuno sa e forse non saprà mai.
La situazione di alcuni di noi – uomini di quest'epoca quando pensiamo al Big Bang, è come la situazione dell'uomo primitivo che vive nel presente. Nella preistoria non riuscivamo neanchè a domandarci perchè splendono le stelle o se la Terra è piatta o rotonda, altro che capire il motivo di ciò. Se però, ci trasportassimo nei giorni d'oggi all'improvviso, non riusciremmo a capire il senso di niente impazzendo anche solo per la grande quantità di macchine, case, per il rumore, per le tante persone che sarebbero intorno a noi.
Anche noi dunque possiamo impazzire se andiamo troppo oltre per tentare di capire il senso della vita. Si parte con una sola domanda e si finisce con mille quesiti esistenziali irrisolti nella propria mente. Il cervello non riesce a comprendere e rispondere a tutte le domande: perchè? in che modo? per quale motivo? qual è stata la causa della creazione? cosa accadrà e perchè siamo coscienti? Si tende quindi ad andare fuori di testa e perdere la concezione del qui ed ora.
Ci sono stati tantissimi scienziati, definiti folli in passato e forse anche oggi, ma sono sempre stati loro ad aiutarci a comprendere il mondo al costo delle loro menti.
Concludo quindi che per adesso nessuno ha ancora capito il senso della nostra vita. Questo però non vuol dire che non dobbiamo cercarlo, anzi. Più lo cerchiamo, più ci avviciniamo a quel che chiamiamo Dio, Universo, Natura, Mondo.
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Quando nel 17-esimo secolo viene inventato il microscopio, si scopre che esiste un mondo di piccole particelle assolutamente diverso da quello a cui siamo abituati e nascosto agli occhi di ciascuno di noi. Chissà se qualche creatura probabilmente del tutto diversa stia guardando una particella(il nostro universo) sotto un microscopio e pensando se là esiste vita o no.
Se esiste la probabilità che l'universo sia infinito, perchè allora non possiamo dire anche il contrario. La matematica dimostra infatti che i numeri interi sono infiniti, ma lo sono anche i decimali. Da qui risulta che tutto è infinito, perfino le più piccole particelle che forse non vedremmo mai.
Non so quanti di noi si sono domandati del senso della vita, ma sono sicuro che nonostante la banalizzazione dei problemi più importanti che subiamo ogni giorno, almeno una volta ci siamo chiesti "per quale motivo siamo qui, viviamo, respiriamo e siamo consapevoli di esserlo" ? Sembra una domanda con una risposta incomprensibile e irraggiungibile, almeno per adesso. Solo alcune persone dotate di ricca fantasia riescono ad immaginare quel che potrebbe voler dire esistere. Purtroppo anche per loro è difficile arrivare fino alla fine e capire in fondo quel che nessuno sa e forse non saprà mai.
La situazione di alcuni di noi – uomini di quest'epoca quando pensiamo al Big Bang, è come la situazione dell'uomo primitivo che vive nel presente. Nella preistoria non riuscivamo neanchè a domandarci perchè splendono le stelle o se la Terra è piatta o rotonda, altro che capire il motivo di ciò. Se però, ci trasportassimo nei giorni d'oggi all'improvviso, non riusciremmo a capire il senso di niente impazzendo anche solo per la grande quantità di macchine, case, per il rumore, per le tante persone che sarebbero intorno a noi.
Anche noi dunque possiamo impazzire se andiamo troppo oltre per tentare di capire il senso della vita. Si parte con una sola domanda e si finisce con mille quesiti esistenziali irrisolti nella propria mente. Il cervello non riesce a comprendere e rispondere a tutte le domande: perchè? in che modo? per quale motivo? qual è stata la causa della creazione? cosa accadrà e perchè siamo coscienti? Si tende quindi ad andare fuori di testa e perdere la concezione del qui ed ora.
Ci sono stati tantissimi scienziati, definiti folli in passato e forse anche oggi, ma sono sempre stati loro ad aiutarci a comprendere il mondo al costo delle loro menti.
Concludo quindi che per adesso nessuno ha ancora capito il senso della nostra vita. Questo però non vuol dire che non dobbiamo cercarlo, anzi. Più lo cerchiamo, più ci avviciniamo a quel che chiamiamo Dio, Universo, Natura, Mondo.
Ciao, Anche noi dunque possiamo impazzire se andiamo troppo oltre per tentare di capire il senso della vita., scrivi questo e rifletto: Non è che forse impazziamo al contrario? Ovvero scappando alla domanda sul senso di tutto ciò? Siiiii, guardati attorno e osserva bene le azioni delle persone, secondo te si sono poste il questito, e secondo te sono mentalmente sane?
RispondiEliminauhm, mente sana in corpo sano dicevano gli antichi e oggi siamo tutti patologici.
comunque ti provo a lasciare questo scritto diversi giorni fa, magari qui il senso lo trovi
http://fintatolleranza.blogspot.it/2013/08/ologrammaticamente-al-contrario.html
http://fintatolleranza.blogspot.it/2013/08/chi-e-cosa-siamo-il-nostro-cervello-e.html
Credo che si possa impazzire in tutti e due i casi, Dioniso. Andando troppo oltre, ma anche non domandandosi continuando a vivere come delle piante. La differenza tra le due cose è che il primo modo è più coraggioso perchè rischi di arrivare alla psicosi, il secondo un po' meno perchè rischi la nevrosi :D
EliminaEh sì, siamo molto malati in questi tempi: depressi, ansiosi, paranoici e fobici dappertutto. Uno dei motivi di tutto ciò sarà sicuramente il fatto che stiamo andando avanti con la tecnologia, con le ricerche, con la scienza, ma restiamo indietro con l'anima e con la nostra "umanità".
Guarderò i tuoi post.
Jan
Buongiorno
RispondiEliminacredo che ognuno dia il "proprio" significato al senso della vita,x me è avvicinarsi sempre di + a DIO,solo così avrai le tante risposte che ti poni.
Cmq, a prescindere dal significato che ognuno sente di dare,penso che l'importante,sia quello di nn lasciarla scorrere inutilmente,la vita è un dono troppo prezioso, x chi ha la fortuna di poterla vivere,x cui la domanda + importante da porsi credo nn sia "xchè viviamo" ma "come sia giusto vivere" e x rispondere a tale domande,possiamo farlo solo attraverso "il bisogno spirituale"xchè è con ciò che DIO ci ha creati,infatti LUI vuole che soddisfiamo questo desiderio.
Buona giornata
LO
Già. Il bello sarebbe capire che cosa è Dio... se è la stessa cosa che intendiamo con Spazio - Tempo, Alfa e Omega, Vita e Morte, Spazio, Cosmo, Universo, Natura. Ognuno lo chiama come meglio crede fondandosi o meno su scritti, legende, miti, fantasie e storie.
EliminaComunque Lorella, secondo me le persone si dividono in due grandi categorie:
- quelle che si fanno le cosidette seghe mentali
- quello che non lo fanno
Nella prima entrano alcuni scienziati, quelli che fantasticano e cercano un senso nella vita, gli scrittori, i poeti, i filosofi.
Nella seconda entrano proprio le persone che si pongono l'altra domanda, non più "qual è il senso della vita" ma "come viverla?". Tra questi ci sono molti materialisti, nichilisti ed i semplici umani che vanno e tornano dal lavoro, non ponendosi domande su cosa stia accadendo intorno e perchè ecc.
Non dico che la prima categoria sia meglio dell'altra o il contrario. E' che ognuna di queste due ha i suoi vantaggi e svantaggi. Se non ti fai le seghe mentali, puoi vivere anche tranquillamente non pensando al futuro, ma resterai comunque privo di fantasia e romanticismo: qualità che abbelliscono la vita ed il tuo essere consapevole. Se ti fai le seghe mentali sarai probabilmente molto spirituale, potrai fantasticare ed immaginarti vari mondi paralleli, scrivere racconti, libri, disegnare, ma rischierai di perderti in questi mondi che tu stesso crei.
Jan
Io credo che il bello sia proprio il percorso... e il senso di scoperta che lo accompagna. Non dovremmo essere indifferenti al cercare "il nostro senso della vita", né pensare di poter capire tutto. Ma dovremmo viverci pienamente il viaggio con tutte le piccole scoperte che facciamo man mano.
RispondiEliminaInfatti :)
EliminaRicordo che fui io a suggerirti questo tema. Lo feci per scherzo, ma vedendoti prendere la sfida seriamente decisi di lasciare andare. Personalmente non credo che le cose debbano avere per forza un motivo. Non capisco perché debba esserci questo vincolo. Però capisco che per noi umani è importante dare il senso alle cose. Forse
RispondiEliminail senso della vita potrebbe essere darle un senso. Insomma, avere degli obbiettivi di vita. Questi obbiettivi non li vedo necessariamente come la conquista di una vetta o la scoperta di un vaccino, ma anche come il raggiungimento di stati d'animo come la serenità. Infondo, che ci sia o meno vita dopo la morte, bisognerebbe cercare di prendersi delle soddisfazioni e della serenità prima del grande passo. Naturalmente, la serenità vera, il paradiso in terra, avviene quando ci sentiamo completamente a nostro agio nella vita. Posso dire che il mio senso della vita e darle un senso. Il senso che le do è quello di vivere felice, il che è anche un obbiettivo. Per vivere felice devo essere a mio agio nel mondo. Io ci sto lavorando (anche grazie ai miei amici). Se ci riuscirò potrò dirmi soddisfatto. :)
Non e' solo bello ed elegante dire che dare un senso alla vita sia a punto il senso, ma anche vero.
EliminaIo questo lo comprendo in un mondo diverso, ossia che il senso della vita potrebbe essere l'assenza del senso stesso. E quando riusciremmo a comprdoderlo, forse potremmo avere accesso alle risorse della coscienza universale.
Jan
Scusa il ritardo nella risposta.
EliminaTutta questa parte non mi è chiara: "E quando riusciremmo a comprdoderlo (intendevi la parola "comprovarlo"?), forse potremmo avere accesso alle risorse della coscienza universale."
Puoi chiarire?
E' normale che tu non lo capisca. Ognuno di noi ha un proprio modo di pensare.
Elimina"Comprendere il senso" volevo dire. Quel che intendo e' che gran parte della conoscenza c'e' gia' nella natura solo che non riusciamo a decodificarla.
Ora capisco. Direi anche che sono parzialmente d'accordo.
EliminaCredo che una conoscenza universale non sia raggiungibile da un piccolo e sperduto essere umano. In passato credevo che il bello fosse comunque provarci, oggi non sono nemmeno più sicuro di questo. Forse la felicità si nasconde nell'umiltà e nella mancanza di pretese e di arroganza. Forse non è giusto seguire "virtute e canoscenza". Forse ha ragione la bibbia. Nel vangelo tra l'altro Gesù dice: "Beati i poveri di spirito poiché di loro sarà il regno dei cieli". Se il "regno dei cieli" lo interpreti come la felicità interiore, allora basta vivere senza grilli per la testa, con affetto verso il prossimo, e accettando quel che viene dalla vita, compresi i lutti/distacchi di ogni genere.